Un minuto e quaranta secondi. Tanto è bastato al Consiglio regionale della Calabria per blindare all’unanimità il bottino del vitalizio estendendolo anche ai politici che non dovessero completare la legislatura. Una norma approvata senza alcuna discussione in aula con l’incredibile giustificazione balbettata dal consigliere Giuseppe Graziano dell’Udc che la modifica alla legge regionale numero 13 del 31 maggio 2019 “s’illustra da sé”».
È quanto affermano in una nota i portavoce calabresi del Movimento 5 Stelle di Camera, Senato, Europa e comunali sul caso dei vitalizi in Regione Calabria, che continuano: «E poco importa se i calabresi stiano attraversando la più grave crisi socio-economica dal secondo dopoguerra, la priorità dei nostri politici regionali è mettere al sicuro l’odioso privilegio. In pratica, con questa modifica, anche sedendo un solo giorno sugli scranni di Palazzo Campanella si ha diritto, una volta pagati i contributi, ad un assegno per il resto della propria vita».
«Colti con le mani nel sacco e constatata l’ondata di indignazione popolare – continuano i pentastellati- molti consiglieri hanno provato a fare marcia indietro con scuse risibili. Hanno dichiarato di non aver letto ciò che hanno approvato, ma in verità oltre al voto in aula, la proposta di legge numero 10 era stata firmata da tutti i capigruppo, di maggioranza e opposizione, e pochi dubbi avrebbero dovuto esserci a partire dal titolo della proposta sulla “rideterminazione della misura degli assegni vitalizi”.
Qualcuno ha giustificato il suo voto facendo intendere di esser stato vittima di un raggiro perché convinto di sostenere una legge senza costi. Purtroppo per i calabresi, però, solo l’8,8% dei contributi viene versato dai consiglieri mentre ben il 24,2% degli stessi è versato dal Consiglio regionale, cioè da tutti i cittadini.
Tradotto in soldoni, nei cinque anni della consiliatura il politico versa 26.928 euro di contributi e l’ufficio di presidenza del Consiglio ci aggiunge 74.052 euro. Al momento non ci sono oneri aggiuntivi solo perché nessun consigliere si è visto annullare la propria elezione e quindi non c’è ancora nessuna richiesta.
Resta il mistero di chi abbia presentato questa legge, visto che anche Graziano ha dichiarato che non avrebbe dovuto essere il relatore mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno fatto sapere che daranno battaglia in aula per abrogare la norma che loro stessi hanno votato. Ci deve essere un fantasma a Palazzo Campanella che ha costretto tutti i politicanti della nostra regione a sottoscrivere e poi votare all’unanimità una legge che concede nuovi vitalizi e rimpingua le loro tasche».
«I politici regionali – concludono i parlamentari del Movimento 5 Stelle – hanno solo un modo per farsi perdonare il passo falso sui vitalizi ed è quello di sposare la nostra proposta “Taglia privilegi” presentata circa due anni fa e sottoscritta da oltre 5000 cittadini calabresi. Un disegno di legge, attualmente seppellito nei cassetti della Regione, che consentirebbe di ridurre i costi della politica di 3 milioni di euro a legislatura».
I portavoce calabresi del M5S di Camera, Senato, Europa e comunali Riccardo Tucci, Massimo Misiti, Alessandro Melicchio, Elisa Scutellà, Paolo Parentela, Elisabetta Barbuto, Francesco Sapia, Giuseppe D’ippolito, Giuseppe Fabio Auddino, Bianca Laura Granato, Laura Ferrara, Michaela Anselmo