L’approvazione ieri in Consiglio Regionale dell’emendamento proposto dall’on. Tallini alla legge istituiva della riserva protetta “Valli Cupe”, con il quale la gestione di questo angolo di Paradiso Terrestre viene sottratta al pubblico (Comune di Sersale) per essere affidata ad una associazione privata (Legambiente Calabria), è la dimostrazione tangibile di quel bieco trasversalismo che tanto male ha fatto alla politica calabrese e alla credibilità della stessa».

È quanto scrive in una nota diffusa alla stampa il consigliere regionale e presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova.

 

«Negli ultimi tempi, alcuni pezzi della maggioranza e pezzi della minoranza, mirabilmente compattati dall’esigenza di approvare leggi di tornaconto elettorale e personale, si accordano trasversalmente in virtù del tanto noto e tanto praticato malcostume del “tu fai un favore a me e io ne faccio uno a te“. Poco importa se la proposta di legge da approvare non risponde agli interessi dei calabresi e, ancor meno, se presenti palesi profili di illegittimità costituzionale ampiamente sottolineati anche dall’ufficio legislativo del Consiglio regionale».

 

«È a tutti noi ben noto che sullo sfondo di questa brutta pagina di politica  legislativa, vi sia lo scontro politico tra l’on. Tallini e il sindaco di Sersale – prosegue Bova -, al quale ultimo non è stato mai perdonato dal primo il passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia, così come è ben noto che qualche consigliere regionale tesseva sottobanco la tela di un accordo al centro che vedesse tra i protagonisti parte del Pd e parte di Forza Italia».

 

«Sia chiaro che non c’è il benché minimo dubbio sulla capacità e professionalità di Legambiente Calabria di gestire e, al contempo, tutelare le Valli Cupe.  Ma occorreva procedere alla stesura di un bando ad evidenza pubblica, anziché procedere mediante assegnazione diretta ed esclusiva, per così come previsto dalla legge voluta dall’on. Tallini. Viene spontaneo domandarsi perché sia stata preclusa la possibilità di gestire le Valli Cupe ad altre associazioni come il WWF, Amici della Terra e così via. Possibile che in Calabria tutto debba avvenire secondo la procedura pericolosissima della “chiamata diretta”? Non è forse questo un profilo di palese illegittimità costituzionale della legge approvata ieri? E il dubbio è ancor più fondato ove si pensi che le stesse perplessità sono state ribadite dall’ufficio legislativo del Consiglio Regionale».

 

«Ma al di là di questa annotazione puramente formale – spiega ancora Bova -, militano ragioni ben più pregnanti di carattere sostanziale e squisitamente politico. L’affidamento della gestione al Comune di Sersale era stata dettata da diverse e tutte nobili motivazioni. Vi era il giusto riconoscimento alla popolazione locale che tanto entusiasmo e partecipazione aveva profuso nell’abbracciare l’avventura che consapevolmente percepiva come la più grande occasione e prospettiva di crescita futura. Vi era il riconoscimento al Comune come Istituzione che più di ogni altra è deputata a tutelare le bellezze paesaggistiche e naturalistiche nonché le prospettive di sviluppo della propria comunità di riferimento. Ma vi era anche la scommessa politica che questa grande sfida fosse anche l’occasione di formare e mettere in campo una classe dirigente all’altezza del compito assegnatole. Personalmente ero favorevole sin dall’inizio a che tutti i Comuni, nel cui territorio ricadesse l’area, non solo quello di Sersale, fossero presenti nel comitato di gestione, sia pure con un potere di voto proporzionale alla superficie di territorio interessato per ciascuno di essi».

 

«Avrei preferito che, sin dall’inizio, fossero anche coinvolte associazioni ambientaliste di rilevanza nazionale e non solo, così come l’Università. Ero e sono convinto che le future contese politiche dei prossimi anni in quel paradisiaco lembo di Calabria, debbano necessariamente incentrarsi sule proposte di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico delle Valli Cupe. Quella sarà la vera posta in palio e il campo di confronto delle prossime tornate elettorali.

E sarà lo sviluppo delle Valli Cupe che contribuirà a far crescere una squadra di amministratori locali degni del ruolo che andranno a ricoprire. Se non su questo, su cosa dobbiamo puntare e contare?

Parliamo tanto di rilancio delle aree interne, di politiche di sostegno ai borghi di Calabria, e pensiamo che possiamo far tutto ciò estromettendo i sindaci e i Comuni? E dovremmo far ciò proprio nel mentre la Regione Calabria ha fatto il più grande investimento della storia del Regionalismo italiano, mettendo in campo due bandi finanziati per circa 140 milioni di euro proprio sul recupero e sulla valorizzazione dei borghi?», continua il presidente.

E riprende: «Ben 31 Sindaci, tra cui quelli dei Comuni nel cui territorio insistono le Valli Cupe, avevano firmato una lettera accorata affinché il Consiglio Regionale non approvasse la proposta di legge a firma dell’on Tallini. Per di più, i rilievi mossi dall’on. Tallini e relativi alle inefficienze nella gestione del Comune di Sersale, erano stati tutti puntualmente sconfessati dalle spiegazioni fornite dal sindaco di Sersale, tanto nelle memorie scritte che aveva prodotto, quanto nelle audizioni avvenute nella IV Commissione Ambiente. Qualcuno ha interpellato i cittadini di Sersale, ma anche quelli di Zagarise, di Cerva, di Cropani, di Sellia Marina? Un tavolo che vedesse seduti insieme sindaci interessati, Provincia e Regione, è stato mai indetto? È o no un dovere della politica svolgere questo ruolo di mediazione? Nessuna di queste preoccupazioni hanno trovato albergo nei lavori preparatori nè, tantomeno, nella discussione di ieri in aula. Mi sono sforzato di ribadirle con tutta la passione che caratterizza il mio impegno istituzionale, ahimè inutilmente. Sono sicuro che il Governo, ma ancor prima il Comune di Sersale, impugnerà la legge davanti alla Corte Costituzionale».

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