Con la presentazione dei progetti elaborati dai cinque gruppi di progettazione formati da oltre trenta tra professionisti, studenti e dottorandi e dottori di ricerca, si sono conclusi, il 9 marzo 2018, i lavori del workshop di progettazione Re_ThiNk Precacore. Idee di futuro per il borgo antico_ Progetti e processi per innovare e valorizzare.
Il workshop, ideato e condotto dal Laboratorio LaStre del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea (responsabile scientifico la professoressa Concetta Fallanca) fa parte delle attività previste nell’ambito del percorso di collaborazione tecnico scientifica tra l’Amministrazione Comunale di Samo ed il PAU, in attuazione dell’Accordo di Programma tra l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Comune.
Presso la storica sede del Comune, ristrutturata di recente, il Sindaco Giovanbattista Bruzzaniti ha avviato i lavori con un plauso ai progettisti che hanno lavorato attivamente sul territorio di Samo riuscendo a coinvolgere parte della comunità. Si augura che questo percorso possa essere replicato nei prossimi anni e che il contatto con i cittadini e con la Cooperativa Aspromonte, che ha curato l’organizzazione della logistica, possa aver portato autentica affezione verso il borgo.
Prosegue la prof. Concetta Fallanca che, prima di dare l’avvio alla presentazione dei progetti, ha sottolineato come uno degli scopi dell’iniziativa fosse mettere a disposizione della comunità (in una proficua alleanza tra Amministrazione, Università e l’Ente Parco dell’Aspromonte) il complesso di idee che nascono, si contaminano e si integrano nell’ambito di un vero e proprio laboratorio di progettazione, in continuità con le attività già svolte nei mesi di ottobre e dicembre dello scorso anno.
Il primo gruppo ad esporre è quello formato da Federica Neri, Leo Macheda, Filomena Bonanno e Giuseppina Verduci che nel presentare il tema, “Precacore per la costruzione e la promozione dell’immagine del PNA”, traccia linee progettuali per il rilancio del borgo attraverso la proposta di un “brand”, in una strategia unica che abbraccia molteplici risorse umane e fisiche presenti sul territorio in grado di attrarre interesse verso il borgo di Precacore.
Il tema della “Vallata del La Verde, il contratto di fiume come progetto di territorio” presentato da Antonio Errigo, Beatrice Brancatisano, Antonio Costantino e Riccardo Pellicanò, con “Osamo, un modello di sviluppo locale partecipato” offre un’innovazione di processo con l’obiettivo di potenziare e connettere il capitale territoriale per lo sviluppo locale con i principi della governance partecipata e multilivello, della sussidiarietà in una visione condivisa per lo sviluppo del territorio.
Il terzo gruppo costituito da Lucia Spanò, Vanessa Bruno, Claudia Mastria, Leonardo Panetta e Rosalia Rodà presenta un “Rapporto tra il borgo antico di Precacore e il nuovo centro abitato di Samo”. Da una citazione di Heidegger e fino ad una poesia di S. Favasuli, il gruppo ha elaborato proposte per la ricerca delle radici e sul senso del ripopolamento secondo il principio di “radicarsi stabilmente”.
Il gruppo che ha elaborato proposte per “il borgo antico di Precacore: idee di futuro”, costituito da Guglielmo Minervino, Beste Kaya, Valentina Pica, Gessica Pulerà e Eugenio Siciliano ha presentato l’idea di Re_habitat Precacore, un percorso che attraverso regole basate su criteri prestazionali –meta principi- potrebbe innescare i meccanismi per una seria rinascita del borgo.
Ha chiuso la presentazione dei progetti il gruppo formato da Antonio Greco, Letteria Bitto, Laura La Corte e Ilenia Surace che hanno elaborato proposte per “Samo vision, suggestioni e sfide” che attraverso l’idea delle “trame spezzate” giocando sull’opposto delle trame pezzate hanno elaborato un percorso di ricucitura facendo leva sulle identità e le tradizioni.
I lavori sono proseguiti con la riunione della giuria che ha individuato il progetto che per originalità è stato considerato meritevole dell’assegnazione di un premio consistente in un buono libro da usufruire presso una libreria specializzata in testi universitari di architettura e urbanistica.
La giuria è stata così composta: dal Sindaco Giovanbattista Bruzzaniti, per la parte dell’Università da Concetta Fallanca, responsabile scientifico del LaStre (PAU), da Natalina Carrà coordinatore del workshop, da Gianni Brandolino, docente e consigliere dell’Ordine APPC e da Antonio Taccone, componente del Lastre; per il PNA dal presidente Giuseppe Bombino, da Silvia Lottero, responsabile dell’Ufficio tecnico e dalla scrittrice Palma Comandè. Componenti attivi della giuria sono stati, inoltre, il sindaco del comune di Sant’Agata del Bianco, Domenico Stranieri, e il Consigliere dello stesso comune Jaime Gonzales, il consigliere dell’OAPPC Ilario Tassone il consulente senior di Invitalia, Luigi Zumbo.
Tutti i lavori sono stati apprezzati e considerati meritevoli di menzione e, dopo una lunga consultazione, la giuria ha deciso di premiare il gruppo che ha elaborato la proposta del “laboratorio di fiume” (Antonio Errigo, Beatrice Brancatisano, Antonio Costantino e Riccardo Pellicanò, premiati da Bombino e Bruzzaniti), assegnando anche un premio “critica” a Lucia Spano (premiata da Fallanca e Carrà).
Dopo le motivazioni del premio esposte dalla prof. Fallanca, che ha ringraziato la prof. Natalina Carrà per l’organizzazione ed il coordinamento del workshop, ha chiuso i lavori il Presidente Bombino, con un lungo e appassionante intervento legato al ruolo del PNA verso i piccoli borghi e verso il proprio territorio spiegando che la grandezza del Parco è legata indissolubilmente alla propria debolezza perché è proprio questa che ha fatto mettere in campo altre intelligenze “circolari”. Queste intelligenze hanno coinvolto in un unico processo l ‘Ente Parco, l’Università e la comunità. È proprio su questo trinomio, continua Bombino, che si dovrà investire perché il Parco può mettere a disposizione le risorse, l’Università le idee e le competenze, la comunità una presa di coscienza delle possibilità di sviluppo.