Ancora prossimi ridimensionamenti in Ubi Banca, e per quanto riguarda la Calabria, in Carime che fa parte del gruppo. Sarà operativo, nel prossimo mese di ottobre, il nuovo piano d’interventi sulle Banche e Società del Gruppo che prevede la chiusura di numerose filiali e mini sportelli ed il declassamento di altrettante filiali. Una ristrutturazione che colpisce, quindi, pesantemente la presenza della Banca sul territorio Calabrese e che ovviamente non viene accolta positivamente dall’ U.Di.Con. Da un esame più dettagliato dell’operazione, in sostanza, Ubi Banca sembra indirizzata verso l’abbandono di ampi territori sia del Sud che del Nord Italia in quel processo di razionalizzazione che dai vertici aziendali viene definito come “Transformatio Plan”.
“Questa è una manovra difensiva e priva di ogni valenza strategica – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – in quanto gli interventi annunciati da Ubi determineranno per molti territori la perdita di ogni riferimento creditizio e bancario, peraltro già pesantemente colpiti da analoghe manovre, anche nel recente passato. come nel caso sopratutto dei territori calabresi, lucani, salernitani e pugliesi. Ancora una volta la Calabria paga un conto salato sul fronte economico – continua Nesci – per effetto delle chiusure di sportelli, il numero di comuni bancari è sceso sensibilmente nel 2018 e tanti comuni sono rimasti senza dipendenze bancarie. Tale riduzione di sportelli continuerà anche nel 2019; alcuni giorni fa anche MPS ha annunciato nuove chiusure, ma l’entità più rilevante di questo processo per il Sud e per la Calabria in particolare avviene in Ubi Banca. Una scelta aziendale – conclude Nesci – che smentisce le intenzioni industriali dichiarate più volte da UBI, di attenzione e vicinanza al territorio. Proprio in un momento in cui i servizi alla clientela vengono rincarati, talvolta con motivazioni stravaganti, ecco che la scure dei tagli ai presidi territoriali si abbatte nuovamente, con nuovi disagi per i calabresi”.
“Doveva essere questo Sud e questa Calabria il territorio su cui il gruppo Ubi avrebbe dovuto dare il massimo delle rassicurazioni per il mantenimento dei servizi – prosegue sulla stessa linea il Vice Presidente dell’U.Di.Con Calabria, Domenico Iamundo – noi crediamo che il limite sia già stato superato e diciamo no alla chiusura degli sportelli UBI e alla riduzione dei servizi a cittadini ed imprese. Le chiusure creeranno disservizi soprattutto nell’ entroterra, consideriamo la politica dell’UBI deprecabile, non può ridimensionare ulteriormente ed a suo piacimento il sistema bancario che aveva già, negli anni scorsi, subìto notevoli tagli. Devono essere garantiti i servizi a cittadini ed imprese che hanno diritto a servizi efficienti e certi – conclude Iamundo – devono essere tutelati i posti di lavoro diretti e dell’indotto oltre che garantiti i diritti dell’utenza. Tutte le nostre sedi dei territori interessati si attiveranno, ad ogni livello ed in ogni sede per la tutela dei cittadini e del territorio”.