Giù le mani dalla scuola. La paventata chiusura delle scuole superiori e medie preannunciata nottetempo dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, deve essere assolutamente evitata: è nostro dovere tutelare il diritto all’istruzione delle ragazze e dei ragazzi che in questa regione continuano ad essere penalizzati. La scuola resta una priorità”. E’ quanto si legge in una nota della senatrice Bianca Laura Granato (M5S), componente della commissione permanente Pubblica Istruzione.
“Chiudere tutte le scuole secondarie in tutto il territorio, in presenza di protocolli ministeriali chiari che dispongono degli interventi “chirurgici” laddove si manifestino contagi, costituisce una ingiustificabile negazione di un diritto costituzionale fondamentale a studenti e famiglie calabresi – afferma Granato -. Non è tempo di lockdown generalizzati ma di interventi mirati, non è il caso di chiudere le scuole superiori in quelle regioni, come la Calabria, dove si registra una forte dispersione scolastica e la socialità è già stata gravemente compromessa – si legge ancora nella nota -. Per non parlare delle disparità di trattamento ai danni degli studenti che non si trovano in situazioni economiche tali da poter fruire degli strumenti imprescindibili alla DAD: connessione internet, tablet, ipad, smartphone”.
“Chiudere le scuole per vedere ragazzi e ragazze riversati nelle strade e nelle piazze, nei luoghi della movida sbarrati la sera ma aperti senza limiti e controlli mattina e pomeriggio? L’idea di chiudere addirittura anche le scuole medie, che sono distribuite in modo capillare su tutto il territorio regionale, e che quindi non implicano nemmeno spostamenti con mezzi pubblici da parte degli studenti, sarebbe poi fuori da qualsiasi compatibilità con le indicazioni ministeriali che ammettono il ricorso alla didattica a distanza al massimo in modalità integrata alle superiori. Gli istituti comprensivi del primo ciclo sono diffusi capillarmente sul territorio dei vari comuni per cui i ragazzi vi si recano a piedi e all’interno vengono rispettati rigidi protocolli che garantiscono lo svolgimento delle lezioni in sicurezza: in quel segmento scolastico la modalità a distanza è sconsigliata per l’elevato rischio di esclusione e di dispersione che ne deriva per gli studenti che vivono situazioni di disagio economico e povertà educativa, BES, DSA, disabili e chi più ne ha più ne metta – conclude la senatrice Granato -. DAD, quindi, significa penalizzare la formazione, complicare la didattica, mettere in difficoltà la gestione delle famiglie che quotidianamente sono alle prese con problematiche che l’emergenza sanitaria ha solo complicato. Invitiamo il presidente facente funzioni a desistere da questa decisione ed escludere le scuole dalle misure di contenimento della diffusione del virus, e predisporre l’ordinanza che ha preannunciato senza ricorrere alla didattica a distanza. Sarebbe preferibile e opportuno aprire un tavolo con le istituzione per individuare soluzioni alternative e proficue che non sacrifichino il diritto allo studio degli studenti calabresi. Se Spirlì si aspetta di avere il benestare della ministra Azzolina in questa operazione, è completamente fuori strada”.