La recente interrogazione con cui ho riassunto al ministro della Giustizia questioni gestionali dell’ufficio Esecuzioni e Fallimenti del Tribunale di Lamezia Terme ha spinto molte vittime di procedure anomale a denunciare le loro storie a me e alle autorità competenti. Ciò significa che il mio intervento parlamentare è stato incisivo».
Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, che aggiunge: «Alcuni hanno perfino deciso di riunirsi in un comitato apposito, che ritengo doveroso seguire e sostenere. Tra i tanti casi che mi sono stati segnalati mi appare significativo uno: ancora non è stato concluso un concordato preventivo aperto circa 25 anni fa. Nel frattempo la procedura ha milioni di euro depositati in banca da destinare ai creditori e altrettanti milioni sono stati distribuiti a commissari, consulenti ed esperti».
«Nello specifico si tratta – prosegue il deputato del Movimento 5 Stelle – di un danno per i creditori, ancora più grave per il titolare d’impresa. Infatti questi ha avviato il relativo iter al fine di uscire da uno stato di crisi ed è invece rimasto bloccato per un’intera generazione».
«Mi vengono i brividi, se penso – rimarca il parlamentare – che da qualche settimana per Lamezia Multiservizi pende richiesta di ammissione a un’analoga procedura di concordato preventivo. Considerata la natura dei servizi pubblici forniti dalla società, sarebbe un guaio gigantesco se dovesse passare un altro quarto di secolo come per il caso ricordato. Con i nuovi fatti appresi integrerò l’interrogazione parlamentare – conclude D’Ippolito – e le motivazioni per la richiesta d’ispezione ministeriale nell’ufficio Esecuzioni e Fallimenti del Tribunale lametino e per l’avvio del procedimento disciplinare. Invito a scrivermi quanti fossero rimasti coinvolti nelle maglie dello stesso ufficio, se nella loro vicenda avessero ravvisato anomalie».