Nel caos del sistema sanitario regionale – afferma in una nota Tonino Russo, Segretario generale di Cisl Calabria – i cittadini continuano a pagare le scelte sbagliate del passato, come quella di chiudere molti ospedali periferici prima di aver riorganizzato la rete della medicina territoriale e rafforzato gli ospedali hub e spoke.
In un momento di grande difficoltà come quello attuale, questa scelta deve essere urgentemente riconsiderata. Le strutture ospedaliere chiuse possono, infatti, essere riattivate e rese operative in poco tempo per accogliere i pazienti affetti da patologie non Covid-19, in modo da far fronte alle loro necessità di cura e, al tempo stesso, rendere più disponibili per i contagiati da coronavirus gli ospedali attrezzati allo scopo.
Nell’esprimere grande apprezzamento per lo sforzo che in emergenza l’Esercito sta compiendo nel mettere a disposizione dei calabresi ospedali da campo e personale sanitario, non si può non tenere presente che si tratta, in una crisi pandemica che rischia di protrarsi per alcuni mesi, di strutture provvisorie che, all’approssimarsi dell’inverno, rischiano di rivelarsi inadeguate in un territorio dove invece esistono opportunità diverse immediatamente praticabili.
La politica e le strutture commissariali – prosegue Tonino Russo – devono ora avere il coraggio di dire che si è sbagliato, di non perseverare nell’errore e di orientarsi verso altre opzioni che possono garantire una migliore qualità del servizio sanitario. Sembra, invece, che si continui a tergiversare senza offrire soluzioni convincenti e durature.
Quando si provvederà, si spera al più presto, come il sindacato chiede da tempo, ad una riorganizzazione moderna ed efficiente della medicina del territorio, si definiranno strumenti e modalità con cui rete territoriale e rete ospedaliera potranno e dovranno interagire. Ora, mentre siamo ancora in attesa della nomina del Commissario straordinario – conclude il Segretario generale della Cisl calabrese –, bisogna affrontare con armi adeguate le urgenze e non aggiungere altri disagi a quelli che già i cittadini subiscono per responsabilità non proprie».