Il Ponte sullo Stretto è un’opera fondamentale non solo per la Calabria e la Sicilia, ma per la ripresa dell’intero Paese. È però necessario che si proceda ad una rivisitazione del progetto, tenendo conto della rivoluzione tecnologica avvenuta nel settore delle costruzioni, utilizzando le risorse del Ricovery Found”. Interviene con questa sottolineatura, nel dibattito aperto sulle nuove prospettive del Progetto-Ponte sullo Stretto, il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, avvertendo: “Un nuovo progetto e un nuovo studio di fattibilità sono pertanto indispensabili, come d’altronde riconosce anche il Governo Conte”. “Il punto – aggiunge Tallini – è proprio questo. Sono passati troppi anni dalla redazione del progetto e bisogna rivedere il tutto alla luce delle tecnologie che si sono sviluppate in tutto il mondo e che hanno visto la realizzazione di ponti di enorme lunghezza, capaci di resistere ottimamente, anche nelle condizioni più estreme. Perfino il premier inglese Boris Johnson, secondo alcune fonti di stampa, penserebbe ad un grande ponte per unire la Scozia all’Irlanda”.
Secondo il presidente dell’Assemblea calabrese “La mozione approvata a maggioranza dal Consiglio Regionale sulla possibile realizzazione del Ponte sullo Stretto è un atto politico forte e nello stesso molto prudente che suggerisce al Governo nazionale un approccio positivo. Il documento, che porta la mia firma e quella dei colleghi Pietropaolo, Minasi, Arruzzolo e Graziano, è uno strumento che consegniamo alla Governatrice Santelli e al premier Conte quale contributo serio e responsabile. Avremmo gradito un’approvazione all’unanimità della mozione, ma purtroppo – pur in presenza di chiare prese di posizione favorevoli da parte dei ministri del Partito Democratico – si sono registrate in Consiglio posizioni pregiudiziali e anacronistiche”.
“Avevamo proposto – prosegue – un testo prudente e aperto che teneva conto delle posizioni di apertura registrate in queste settimane sia da parte del Presidente del Consiglio, sia dei ministri Franceschini e De Micheli, sia da parte di forze politiche di maggioranza – come Italia Viva – e di opposizione, in particolare Forza Italia e Lega. Che il ponte sullo Stretto costituirebbe una straordinaria occasione di sviluppo e modernizzazione del Meridione d’Italia, credo che nessuno possa metterlo in dubbio”.
Ancora Tallini: “Capisco talune perplessità espresse sulla stampa e concordo sul fatto che esistono anche gravi problemi legati alla viabilità interna e alla tratta ferroviaria jonica, ma è altrettanto evidente che il Ponte sullo Stretto non è un’opera qualsiasi, ma una grande opera-simbolo che salderebbe la Sicilia alla Calabria, trasformando profondamente la realtà delle due regioni”.
“Ho avuto – rivela l’esponente politico – un primo confronto telefonico con il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, onorevole Miccichè, che ha una posizione favorevole, ma nello stesso tempo molto cauta, legata alla fattibilità dell’opera. E proprio allo stesso modo, la mozione approvata affronta la questione con serietà, cautela e prudenza, senza slogan ideologici. La mozione si muove, anzi, nel solco di quanto dichiarato dal Ministro delle Infrastrutture Paola de Micheli che ha ipotizzato l’uso di risorse provenienti dal Recovery Found per una nuova rivalutazione e progettazione dell’opera”.
“Perché, dunque, il Ponte sullo Stretto no ? – conclude il presidente dell’Assemblea di Palazzo Campanella – Fare il ponte non significherebbe rinunciare alla nuova 106 o al potenziamento dei collegamenti ferroviari. Anzi, proprio il ponte consentirebbe di realizzare anche in Calabria e Sicilia l’Alta Velocità. Con questa mozione, che può anche essere integrata con ulteriori contributi, noi assumiamo una posizione credibile e seria, chiedendo al Governo – per l’autorevole tramite del Presidente della Giunta Regionale – di inserire il Ponte sullo Stretto tra le opere strategiche da sottoporre all’Unione Europea per il rilancio del nostro Paese. E in questa ottica, lo ripeto, una rivisitazione del progetto è assolutamente necessaria perché oggi in tutto il mondo si realizzano ponti di lunghezza anche maggiore di quello dello Stretto con condizioni di sicurezza ottimali”.