Durante l’emergenza Covid le strutture socio-sanitarie hanno dovuto investire importanti risorse per elevare i livelli di sicurezza a tutela dei loro assistiti, ma le Aziende sanitarie non hanno ancora pagato la quota sociale per il saldo del 2019 e per l’anno in corso e ciò sta avendo ripercussioni fortemente negative per gli operatori privati accreditati che, intanto, devono corrispondere gli stipendi ai lavoratori oltre che pagare i contributi, le imposte e i fornitori. Una situazione di grave difficoltà che nasce dal mancato trasferimento dei fondi alle Asp da parte della Regione.
È quanto dichiara il capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale Marcello Anastasi, che fa sapere di aver sollecitato per iscritto la presidente della Giunta regionale Jole Santelli e il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute Francesco Bevere «chiedendo loro di farsi carico del problema che riguarda le Rsa medicalizzate, le Rsa per anziani, le Rsa per disabili, le Case protette per anziani e le Case protette per disabili».
«Le risorse destinate a queste strutture accreditate – prosegue il capogruppo di IRIC – sono stanziate sul “Fondo regionale per le prestazioni socio-sanitarie” di cui all’articolo 49 della L.R. n. 47/2011 senza oneri a carico del servizio sanitario regionale, ma una considerevole quota di finanziamenti non è stata ancora erogata.
In particolare, per l’Asp di Reggio Calabria mancherebbero all’appello circa 356mila euro per saldare il 2019 e circa 3,8 milioni di euro per l’anno 2020. Alla luce degli sforzi sostenuti per salvaguardare i loro assistiti durante la pandemia, riconoscere queste risorse, dopo le opportune verifiche in merito alle rendicontazioni trasmesse dalle Asp, diventa ancora più importante – conclude Anastasi – ai fini delle erogazioni delle prestazioni assistenziali che queste strutture assicurano a tantissime persone».