Nel 2019 sono stati 200 i giovani, suddivisi in 17 progetti in Italia e all’estero, impegnati presso gli sportelli informativi del Patronato Inac-Cia sui temi relativi agli anziani, ai servizi ai cittadini, ai servizi agli immigrati, ai giovani in agricoltura, svolgendo così un anno di Servizio civile. E’ stato oggi al Roma Scout Center, nell’occasione della consegna degli attestati di frequenza dei volontari, il momento per il Patronato Inac-Cia di fare un bilancio e proiettarsi nei progetti previsti per il 2020. Sono intervenuti all’iniziativa Antonio Barile Presidente Inac-Cia, Laura Ravagnan Direttore generale Inac-Cia, Dino Scanavino Presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani, Titti Postiglione della DG SCU, Diego Cipriani della Consulta Nazionale SC e Licio Palazzini del CNESC.
Il Patronato Inac-Cia ha evidenziato come gli ormai 8 anni di impegno nel Servizio civile siano stati occasione per oltre 1200 ragazzi di avvicinarsi al mondo del lavoro, facendo una straordinaria esperienza. Il Patronato Inac-Cia, negli intenti, sia a livello di progettazione sia a livello di gestione, vuole continuare a crescere, anche grazie alle idee e agli spunti che arriveranno proprio dai giovani.
L’unione di questi elementi genera -ha spiegato Inac- uno straordinario mix, fatto di esperienza e gioventù, di professionalità e voglia di apprendere, di apertura verso il prossimo e presa di coscienza del tessuto sociale.
Non sono “tutte rose e fiori”, ha però sottolineato il Patronato, perché dovremo convincere il Governo, affinché i finanziamenti erogati per il Servizio Civile siano adeguati. La legge di bilancio -ha evidenziato Inac- ha stanziato solo 149 milioni a fronte dei 198 del 2018. Già per i bandi 2019 Inac ha visto sacrificare 11 dei 18 progetti presentati, perché approvati, ma non finanziati per insufficienza di fondi. Senza un’adeguata dotazione economica si rischia di rendere vani gli intenti del riformato Servizio Civile Universale. C’è poi il tema della burocrazia -ha concluso l’Inac- che incombe nel servizio civile: troppe prescrizioni per l’accreditamento, troppi adempimenti per i volontari e per gli OLP, le candidature on line che dovevano alleggerire le modalità di partecipazione ai bandi, da parte dei volontari.