“Quello delle scelte di politica economica dello Stato nei confronti del Sud e della presenza di più soggetti nella programmazione e utilizzazione delle risorse è il punto di criticità più acuta. E’ tempo, a governo ormai operativo, che si discuta di Mezzogiorno con rigore ma soprattutto con una disponibilità a mettere mano ai nodi strutturali che fanno dell’Italia un Paese duale, in cui ci sono aree ricche ed altre storicamente svantaggiate”.
E’ l’auspicio della consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco: “Anch’io chiedo che il ministro per il Sud Barbara Lezzi si confronti su Gioia Tauro e sugli investimenti nella Zes. Ma, insieme, sottolineo l’esigenza di sostenere la spesa e gli investimenti pubblici e di programmare le politiche industriali e i processi d’innovazione creando una nuova Iri. Sulla natura e finalità dell’intervento pubblico, in questi anni, si sono raccontate delle favole che non corrispondono a nessuna efficace teoria economica. L’intervento pubblico non deve essere concretizzato solo quando deve realizzare la cosiddetta ‘redditività di mercato’, ma deve esplicarsi soprattutto quando occorre creare tutte quelle condizioni infrastrutturali senza le quali è impossibile o difficile immaginare di realizzare sviluppo e quindi mercato”.
Ancora Sculco: “Un’Agenzia per lo sviluppo industriale di nuovo conio, per sostenere, con risorse adeguate, l’infrastrutturazione materiale e immateriale del Mezzogiorno e potenziarne i punti d’eccellenza, può non solo ridare slancio al Paese, ma anche ribadire che la questione Sud va aggredita con politiche economiche finalizzate allo sviluppo produttivo e al rilancio dell’occupazione. Non solo politiche repressive per il Sud, che pure ne ha bisogno per il contrasto alla criminalità, ma anche e in particolar modo, come sostengo da quando si è riaccesa l’attenzione verso questa parte del Paese con il Masteplan e i Patti territoriali, maggiore investimento pubblico e il coordinamento d’ogni iniziativa volta a fare crescita e dare risposte alle povertà incalzanti e all’enorme domanda di lavoro”.
Conclude Flora Sculco: “Altrettanto essenziale e urgente è porre fine alla frammentazione di soggetti titolari a occuparsi di sviluppo e pervenire ad una strategia univoca e concertata con l’istituzione un’Agenzia pubblica che, sulla base dell’esperienza maturata negli ultimi decenni, fronteggi le emergenze con coraggio e spirito innovativo. Il Sud ha tanti problemi, ma anche grandi ricchezze potenziali che possono, se messe a valore, aiutare il Paese, riducendo significativamente l’attuale deplorevole divario di sviluppo Nord-Sud, a uscire dalla crisi e guardare con fiducia e speranza al futuro”.