Il governatore della Calabria, Mario Oliverio, è responsabile quanto il commissario uscente Massimo Scura dello sfascio della sanità regionale». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Francesco Sapia e Bianca Laura Granato, che spiegano: «Nell’audizione in Senato Oliverio non ha spiegato perché ha nominato contro legge Franco Pacenza quale suo consulente. Questi, pur non avendo ruoli istituzionali, lo rappresenta in conferenza Stato-Regioni. Il governatore ha pure taciuto sul perché abbia lasciato in carica direttori generali esclusi dall’elenco nazionale degli idonei. Il primo problema della sanità calabrese è il rispetto delle regole, perché nelle sale di comando si agisce a piacimento».
«Ancora – aggiungono i parlamentari 5stelle – Oliverio, la cui retorica è insopportabile, non ha mai impugnato nemmeno uno dei tre decreti di riordino della rete dell’assistenza ospedaliera; non ha mai presentato un nuovo piano di rientro per far cessare il commissariamento; ha volutamente omesso di attivare la procedura di decadenza dei direttori generali delle 7 aziende sanitarie calabresi in disavanzo di bilancio, per cui l’abbiamo denunciato in Procura, e ad oggi finge d’ignorare che il disavanzo sanitario è la sommatoria delle perdite delle singole aziende della Calabria, dirette da manager di sua nomina». «Inoltre – proseguono i parlamentari 5stelle – Oliverio è rimasto immobile rispetto al decreto con cui il commissario Scura, scavalcandone le prerogative, si è nominato direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria. Soprattutto, Oliverio, che al Senato ha recitato la solita parte, è il primo responsabile dell’illegittimo regalo da 60 milioni che la Regione Calabria ha finora dato all’Università di Catanzaro per l’attività del policlinico Mater Domini, nonché del caos al dipartimento regionale Tutela della Salute, peraltro sempre senza vertice effettivo». «Infine – concludono Sapia e Granato – Oliverio ha chiuso gli occhi sui gravissimi arbìtri, che abbiamo esposto alla magistratura, nelle aziende sanitarie di Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza, nonché su evidenti favori nelle aziende ospedaliere reggina e cosentina, comportandosi come il predecessore Scopelliti riguardo ai nuovi ospedali della Calabria».