L‘Aula V della facoltà di Economia dell’università “La Sapienza” di Roma ha ospitato la prima tappa del roadshow dal titolo “Fare impresa al Sud si può, gli strumenti a sostegno delle start up” promosso da Unindustria Calabria e Confindustria Reggio Calabria in collaborazione con Invitalia.
L’iniziativa è la prima tappa di un articolato percorso che gli industriali reggini intendono portare avanti nei vari atenei del centro nord con il preciso obiettivo di informare gli studenti, in particolare quelli del Sud, degli importanti strumenti a sostegno dell’imprenditoria giovanile nel Mezzogiorno.
Il partecipato incontro nell’università capitolina ha acceso i riflettori su “Resto al Sud”, l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani tra i 18 ed i 35 anni residenti in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
A confrontarsi con gli studenti, sui temi della formazione, dello sviluppo e del lavoro sono stati Giuseppe Nucera, presidente di Confindustria Reggio Calabria, Samuele Furfaro, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Reggio Calabria, Gian Marco Verachi di Invitalia e Massimo Sabatini, direttore Politiche regionali e Coesione territoriale di Confindustria. All’incontro, apertosi con i saluti del preside della facoltà di Economia e delegato del Rettore per i Rapporti con le imprese ed il mondo del lavoro, Fabrizio D’Ascenzo, hanno preso parte anche la referente sportello Internazionalizzazione di Confindustria Reggio Calabria, Mariella Costantino e l’Exhibition Manager di Fiera Roma, Gerarda Rondinelli.
“Abbiamo avviato questo percorso – ha spiegato Nucera – perché crediamo sia indispensabile arginare l’impoverimento del nostro territorio che ogni anno vede andar via le migliori risorse giovanili. A i giovani che studiano fuori dalla Calabria diciamo che il Sud senza loro non ha futuro. Esistono possibilità in vari ambiti, pensiamo al turismo e all’agroalimentare solo per citare i più noti e strumenti finanziari a sostegno di iniziative e progetti innovativi. E’ il momento giusto per tornare in Calabria e invitiamo i giovani ad informarsi, anche attraverso Confindustria, sulle opportunità in atto”.
Il Mezzogiorno ha pagato più di altre aree del Paese gli effetti crisi economica, “Ma –ha spiegato Sabatini – l’impresa al Sud ha ripreso a crescere dopo un processo di selezione molto forte che ha lasciato sul mercato quelle in grado di competere. Fare impresa nel sud in questo momento si può. Investire su capitale umano è la priorità”.
“Resto al Sud” dispone di una dotazione di 1 miliardo e 250 milioni, ha detto Verachi illustrando la misura, “ciò dunque consente di sviluppare il programma in un ambito temporale molto ampio
I tempi per la maturazione dei progetti sono lunghi, i giovani sin da ora devono iniziare a ragionare su idee e proposte imprenditoriali. La consapevolezza è un fattore fondamentale, perché fare impresa non è solo scrivere bene un business plan. Abbiamo la possibilità di finanziare 30mila nuove imprese. Al 21 maggio la Calabria, in rapporto alla sua popolazione, ha dato la miglior risposta”.
Ancor più della disoccupazione è il tasso di abbandono a preoccupare, ha detto Furfaro in chiusura dei lavori
“Negli ultimi quindici anni – ha aggiunto – il mondo del lavoro è radicalmente cambiato. Si è aperta una nuova fase, segnata dall’Industria 4.0, dal digitale, dall’innovazione. E’ necessario essere “skillati”, competenti e credibili perché le aziende non cercano figure tradizionali ma persone esperte che sappiano cogliere le nuove opportunità. Grazie al marketing e all’economia digitale, il lavoro può essere inventato, diventando imprenditori delle proprie idee. Gli strumenti per finanziare progetti ci sono, “Resto al Sud” in tal senso è un esempio concreto”.