Quella che si sta abbattendo sull’Italia è la recessione più violenta della storia. Ieri, il fondo monetario internazionale ha pubblicato l’atteso World Economic Outlook, che ha sentenziato una caduta di Pil nel nostro Paese del 9,1 per cento. Nella disperazione totale l’Italia riesce comunque a dare il peggio. Se queste sono le previsioni, non possiamo che essere seriamente preoccupati per il destino economico e sociale della nostra regione, fanalino di coda di tutte le classifiche e le graduatorie per ogni parametro o indicatore economico che si possa considerare”. La riflessione sulla situazione economica determinata dall’emergenza sanitaria da covid 19 è di Fulvio Scarpino, Alberto Tiriolo, Saverio Antonio Macrina, Paolo Maria Ferrise del Centro Studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale”, e Carlo Piroso dell’associazione “Liberamente Calabria”, che avanzano suggerimenti concreti in merito alle misure da attuare con celerità per venire incontro ad imprenditori, professionisti, commercianti, partite iva e quanti vedono seriamente compromessa la propria attività già prima dell’avvio della cosiddetta Fase 2. All’incontro ha partecipato anche il presidente di Confcommercio Calabria Centrale, Pietro Falbo.
“Per fronteggiare l’emergenza coronavirus Giunta regionale ha messo a disposizione un fondo di 150 milioni di. Si tratta di risorse subito disponibili per offrire una iniezione di liquidità alle aziende e ai professionisti calabresi colpiti dalla crisi economica legata, appunto, all’emergenza Covid – si legge ancora nella nota del Centro Studi “Caporale” e dell’Associazione Liberamente Calabria -. Il fondo che prende il nome di “Riparti Calabria” ed è volto a garantire da 10 mila a 400 mila euro a favore di piccole imprese, professionisti e partite Iva. Con il piano “Riparti Calabria”, almeno secondo i dati riportati dal Sole 24 ore, la nostra regione si è posta come modello virtuoso nel panorama nazionale. Noi pensiamo che le misure del “Riparti Calabria” devono essere gestite in maniera efficiente e rapida, per come richiedono interventi che sono finalizzati al sostegno nelle emergenze. Sin dalla fase d’istruttoria la parola d’ordine deve essere operatività: non pensiamo che Fincalabra e Unioncamere abbiano una organizzazione efficiente che sia in grado di occuparsi della gestione, anche e soprattutto per l’esiguità delle risorse umane attualmente dedicabili. Ma non c’è tempo. Noi invece pensiamo che affidare a strutture abilitate e performanti come per esempio Poste Italiane possa garantire una distribuzione capillare nel territorio e soprattutto professionalizzate al grande afflusso di domande”.
Scarpino, Tiriolo, Macrina, Ferrise e Piroso evidenziano che al momento non ci sono operative sullo sviluppo delle misure, e nello stesso tempo avanzano precisi suggerimenti in merito all’intervento livello regionale che dovrebbe realizzarsi con due linee di intervento: “La prima attraverso l’erogazione di un contributo a fondo perduto che vada ad integrare e completare le richieste avanzate con il decreto liquidità per la quota eccedente la garanzia dello stato (10%); la seconda attraverso l’erogazione di un contributo a fondo perduto per le aziende che presentano maggiori criticità nell’accesso al credito e che si troveranno bloccate e non agevolate da alcun intervento. Questa seconda misura – conclude la nota dell’associazione e del Centro studi – dovrebbe essere supportata anche da servizi reali sopratutto inerenti alla programmazione finanziaria e alla riconversione di attività. Concretezza, operatività e celerità: il futuro dell’economia calabrese passa da qui”.