Riorganizzare la filiera apistica regionale e promuovere la qualità del miele calabrese e dei suoi derivati. Questo il tema della riunione che, convocata dall’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, si è tenuta in Cittadella, presenti i rappresentanti delle principali associazioni di apicoltori, delle organizzazioni agricole di categoria e dell’Associazione regionale allevatori, oltre che del direttore generale del Dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, e dei funzionari del Servizio veterinario del Dipartimento Sanità.Un incontro definito utile e proficuo dalle parti, primo di una serie di appuntamenti finalizzati alla elaborazione di proposte organiche di tutela e sviluppo, per utilizzare al meglio i fondi regionali e pianificare le attività intraprendere a vantaggio di un settore che in Calabria, attraverso le misure OCM Miele, che promuovono la formazione degli addetti ai lavori, ha raggiunto un livello altamente qualificato.
Al riguardo, tutti si sono detti d’accordo sul fatto che l’obiettivo principale debba essere la definizione di una legge quadro, con il tavolo di concertazione già all’opera, in modo da poter presentare una bozza condivisa in Consiglio regionale in tempi brevi.“Quello dell’apicoltura calabrese – ha sottolineato l’Assessore Gallo – è un settore dinamico e propositivo. Sebbene esso, ad oggi, non abbia beneficiato di risorse smisurate, sono favorevolmente colpito dalla voglia di fare e migliorarsi degli operatori. Una volta riorganizzata la filiera, faremo di tutto per colmare il gap con le regioni leader del settore, in quanto le produzioni calabresi di qualità, forti anche di una terra d’origine salubre e particolarmente ricca dal punto di vista della biodiversità, non hanno nulla da invidiare a nessuno”.Un altro punto all’ordine del giorno è stata l’Ordinanza regionale 94/2014, emessa a causa del coleottero Aethina Tumida che infesta gli alveari e limita il nomadismo sul territorio regionale. Unanime la richiesta di revisione del provvedimento per favorire lo spostamento degli alveari sul territorio regionale, in modo da diversificare maggiormente la produzione, grazie alle diverse varietà di colture presenti in Calabria. Inoltre, è stata evidenziata l’opportunità di intervenire, mediante il Psr, per favorire azioni di rimboschimento e promozione di seminativi nelle aree degradate, in particolar modo inserendo colture nettarifere, come acacia, castagno ed eucalipto, che favoriscono l’apicoltura e tutelano l’ambiente.Una via abbozzata anche nel Psr, con la Calabria unica Regione d’Italia (tra le tre dell’intera Europa) ad aver attivato l’intervento 10.1.9 “Apicoltura per la preservazione della biodiversità”.
“Questa – ha aggiunto Gallo – è la strada giusta: continueremo a sostenere l’apicoltura con risorse e bandi ad hoc, sia per tutelare l’ambiente sia per tutelare il patrimonio produttivo messo a dura prova dall’emergenza sanitaria. Dobbiamo puntare in alto, fare rete ed arrivare ad un brand identificativo calabrese, caratterizzando maggiormente i nostri mieli attraverso una sorta di disciplinare di produzione”. Se ne riparlerà nel corso del prossimo incontro, già fissato per la settimana a venire.