Il lavoro per decreto non esiste. La cooperazione è il perno del sistema per la costruzione di lavoro vero, quello che rimette al centro gli interessi generali rispetto a quelli particolari, che costruisce una alternativa credibile aumentando la capacità di relazioni tra le istituzioni, il mondo cooperativo e delle rappresentanze.
La cooperazione è una opportunità. Ma di ogni specifica realtà devono essere valorizzate le caratteristiche e le capacità, in modo che queste diventino uno degli elementi del ‘sistema Calabria’ capace di farci crescere”.
Tira le somme della prima tavola rotonda svolta nel corso dell’Undicesimo congresso di Legacoop regionale Calabria – tenuto questa mattina nella sala conferenze del Grand Hotel Paradiso a Catanzaro – l’assessore regionale al Lavoro, Angela Robbe, che ha guidato saldamente l’organizzazione fino allo scorso 13 aprile, quando è stata chiamata dal governatore Mario Oliverio al prestigioso incarico, riconoscimento del lavoro importante e della competenza maturata sul campo. La prima tavola rotonda, moderata dal giornalista Antonio Cantisani, ha animato un articolato dibattito sul tema degli strumenti legislativi per le politiche attive del lavoro, alla presenza – oltre che dell’assessore Robbe – di Tonino Russo, segretario Cisl Calabria; Claudio Liotti, presidente regionale reggente di Legacoop Calabria; Gennaro Raso, presidente AGCI Calabria; Franco Belmonte, direttore CIA Calabria, Enrico Mazza, presidente sezione servizi Unindustria Calabria e Alessandro Viola, responsabile istruttoria e sviluppo Cooperazione Finanza impresa.
“Abbiamo ritenuto di dover concentrare la riflessione congressuale sui temi del lavoro e delle competenze nel sistema della cooperazione, ragionando di come le politiche attive possono creare condizioni per lo sviluppi del territorio – ha esordito Claudio Liotti -. Non partiamo da zero, in questa direzione molto è stato fatto, soprattutto in questa ultima fase di governo regionale, ma riteniamo che molto ancora debba essere fatto soprattutto in materia di utilizzo di strumenti legislativi a sostegno delle imprese, a partire dal working by out”.
A porre l’accento sul “ruolo essenziale delle cooperative” anche Tonino Raso che rimarca come questo sistema cerca di “dare dignità al lavoro, cosa non facile in questa regione. Dobbiamo anche tener conto della mancanza di strutture e infrastrutture e come le conseguenze ricadono sulle imprese”. La politica deve fare la propria parte. “Il mercato del lavoro è cambiato – aggiunge Tonino Russo – le nuove politiche del lavoro avviate dalla Regione sono un punto di partenza importante, ma risulta difficile procedere in campo di politiche attive percé il lavoro non c’è. Il lavoro non si crea per decreto. C’è un grande lavoro da fare assieme alle istituzioni, al mondo dell’associazionismo proprio perché ci sono le condizioni di puntare al lavoro vero. Abbiamo apprezzato la presentazione del Piano sul turismo, e tra le varie eccellenze da sfruttare c’è anche l’agricoltura, anche attraverso la cooperazione”. In tal senso viene chiamato in causa Franco Belmonte: “L’agricoltura è un settore trainante, abbiamo una grande responsabilità: creare opportunità di lavoro. Un investimento in questa direzione che può dare frutti ma deve guardare ai giovani. Con l’assessore Robbe stiamo stiamo individuando nuove figure professionalizzanti pensiamo ad esempio all’agricoltura sociale”.
Parlando di strumenti legislativi, Enrico Mazza si è concentrato sugli effetti del nuovo codice della crisi delle imprese e delle insolvenze in vigore dal 16 di questo mese, che condizionerà la vita di tutte le imprese. Strumenti da conoscere per rafforzare il sistema esistente anche cooperative, sottoponendo le organizzazioni a nuovi obblighi. L’input che viene dal Cooperazione Finanza Impresa, rappresentata da Alessandro Viola, è quella di ‘connettersi’ con gli strumenti messi a disposizione dal sistema, ed in particolare la possibilità che hanno i lavoratori di un’impresa che va in concordato o fallisce di mettersi insieme e ‘salvare’ il patrimonio di professionalità che può riattivare quel percorso d’impresa incrisi. Si scrive ‘working by out’, si legge opportunità di mettersi in gioco per non buttare via tutto. Ma poco sfruttata soprattutto al Sud, dove resta ancora alta la difficoltà di accesso al credito e di altri strumenti della cooperazione che non si riescono ad attivare.
“Se devo pensare ad un valore aggiunto della cooperazione, oltre al primo e fondamentale che è quello di mettere al centro la persona e quindi dare dare al lavoro quale elemento di dignità, è quello di proporsi come elemento di acceleratore di crescita – conclude l’assessore Robbe -. La cooperazione mette insieme soggetti anche imprenditoriali in un contesto in cui l’individualismo è predominante. Quindi, un soggetto come la cooperazione che è capace di tenere insieme preservando le individualità va valorizzato, questo è il ruolo che la cooperazione può avere nel sistema di sviluppo Calabria”.