Il tempo stringe per la firma della convenzione con il Mise per l’approvazione dei progetti previsti dalla legge 181/1989 sulle aree di crisi industriali. Pena la revoca delle risorse. E non solo. Si rischia che il divario tra nord e sud si accentui ulteriormente. Serve, senza dubbio, utilizzare tutte le risorse disponibili per il rilancio industriale della Calabria. Ma entriamo nel merito della vicenda.
La vicenda. Ripartizione delle risorse finanziarie destinate agli interventi di riconversione e riqualificazione produttiva di aree interessate da situazioni di crisi industriali. E’ questo l’oggetto del decreto 31 gennaio 2017. Il decreto esiste. E’ reale. Il Ministero per lo Sviluppo Economico ci ha lavorato mettendo a punto una misura estremamente importate. Ora sarebbe necessario che la Regione Calabria desse seguito a questo dispositivo che, oltre alla ripartizione delle risorse, mira anche alla definizione degli accordi di programma sottoscritti con le Regioni ai fini dell’attuazione degli interventi di cui alla legge 15 maggio 1989, n. 181 nelle aree di crisi industriale non complessa che prevedono il cofinanziamento regionale nella misura minima del 20 per cento delle risorse nazionali attribuite ai medesimi accordi. Secondo quanto previsto dal decreto: “Il finanziamento degli accordi di programma di cui al comma 3 a valere sulle risorse del Fondo per la crescita sostenibile e sulle risorse del Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” 2014-2020 FESR è effettuato entro i limiti temporali previsti dall’articolo 1, comma 1, lettere c) e d), del decreto ministeriale 31 gennaio 2017. Ai sensi dell’articolo 1, comma 5, del decreto ministeriale 7 giugno 2017 i fabbisogni a valere sulle risorse del Fondo per la crescita sostenibile destinate agli interventi di cui alla legge 15 maggio 1989, n. 181 inseriti in accordi di programma cofinanziati dalle Regioni sono trasferiti, successivamente alla sottoscrizione del singolo accordo, dalla contabilità speciale n. 1201 alla contabilità speciale n. 1726”.
L’appello. Insomma, a questo punto, sarebbe necessario dare una sferzata e sbloccare le risorse destinate alla Calabria per il finanziamento alle imprese nelle aree di crisi non complesse. I fondi del Ministero dello Sviluppo Economico, circa 6 milioni di euro, destinati alla regione Calabria e per i quali era previsto una compartecipazione dei fondi Por-Fesr 2014-2020, risultano, ad oggi, bloccati nonostante, ad agosto, dagli uffici del dicastero è partita una pec indirizzata all’assessorato regionale allo Sviluppo Economico con una bozza di accordo di programma per la quale era richiesta l’approvazione regionale. Un passaggio indispensabile. Necessario per aiutare le grandi e piccole imprese. Quelle che puntano ad internazionalizzarsi ma anche quelle che mirano a consolidarsi sul mercato interno.
La scadenza. Il tempo, però, stringe. I termini di scadenza si avvicinano e il bando, che già era stato prorogato per venire incontro ai ritardi di alcune regioni italiane, si chiuderà ad aprile prossimo.
di Alessia Burdino