Sulla sabbia non si costruisce il futuro. La recente sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la norma che consentiva di dilazionare in 30 anni i debiti degli Enti locali, è solo l’ultimo esempio di come l’incertezza delle regole possa pregiudicare l’attività dei Comuni».
Il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, interviene sulla problematica innescata dalla sentenza 18/2019 della Corte costituzionale, che ha messo fuori gioco l’art. 1, comma 714, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016)”.
«Apprezzo e sostengo l’impegno del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà – ha affermato Callipo – che ieri, in qualità di delegato Anci per il Mezzogiorno, ha esposto la problematica nell’ambito della Conferenza Stato-Città tenutasi a Roma. Nell’incontro con il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, che si è svolto a margine dei lavori della conferenza, Falcomatà ha ottenuto dal viceministro l’impegno del Governo ad approfondire il problema per trovare una soluzione che eviti ai Comuni in pre-dissesto di andare in default.
In quest’ottica, Anci Calabria farà la sua parte affinché vengano sollecitate risposte concrete a un problema che inevitabilmente, in caso di dissesto, ricade sui cittadini, che pagano lo scotto maggiore della ridotta agibilità finanziaria e operativa dei propri Comuni. È necessario anche che la questione venga percepita dall’opinione pubblica nella sua complessità.
Non si deve credere, infatti, che i dissesti siano solo effetto di scelte non oculate di amministrazioni più o meno remote, ma sono anche la conseguenza di anni di costante riduzione dei trasferimenti economici e di assenza di interventi di perequazione da parte dello Stato, a fronte del costo di servizi essenziali che comunque devono essere garantiti dai Comuni».
Callipo, infine, nel solco degli obiettivi nazionali dell’Anci, ha rimarcato anche la necessità di prorogare le scadenze contabili per i piccoli Comuni, che in Calabria sono la stragrande maggioranza. In particolare, quest’anno anche le amministrazioni fino a 5mila abitanti dovranno presentare il rendiconto 2018 entro il termine del 30 aprile, la cui mancata osservanza comporta pesanti sanzioni per gli Enti locali.
Un problema davvero pressante per i piccoli Comuni, che spesso non hanno le risorse economiche e professionali per adempiere in maniera tempestiva alle prescrizioni di legge.
«Serve più tempo – ha concluso Callipo – ma soprattutto è indispensabile che gli obiettivi di semplificazione burocratica vengano davvero perseguiti, così come tutte le forze politiche dicono di voler fare».