In Calabria, nell’ultimo anno, le coperture artificiali hanno sostituito il suolo per 86 ettari, con un incremento dello 0.11% rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, facendo registrare un totale di suolo consumato pari a 76116 ettari, corrispondente al 5.05% dell’intero territorio regionale. Dai dati risulta che la provincia con maggiore suolo consumato è quella di Cosenza con quasi 29.000 ettari al 2020, mentre la provincia con minore suolo consumato risulta Crotone con 6.461 ettari.
È questa la situazione attuale analizzata dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente nell’edizione 2021 del Rapporto sul “Consumo di Suolo in Italia”, presentato oggi in diretta streaming, al quale l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) ha partecipato alla redazione nelle fasi di fotointerpretazione del dato satellitare e di altri prodotti derivati (NDVI – Indice normalizzato della vegetazione) che consentono, appunto, la stima di suolo consumato a livello regionale, provinciale e comunale.
Il rapporto, pubblicato con cadenza annuale, rappresenta il quadro aggiornato delle trasformazioni della copertura del suolo, permettendo di valutarne l’impatto sul paesaggio e su quelli che vengono definiti “Servizi Ecosistemici”, ovvero quei servizi che gli ecosistemi possono fornire al genere umano come il supporto alla vita (formazione del suolo, produzione primaria ecc.), l’approvvigionamento (produzione cibo, acqua ecc.), la regolazione (clima) e i valori culturali.
Tornando ai dati calabresi, per quanto riguarda il suolo consumato a livello comunale al 2020, ossia la quantità complessiva di copertura artificiale che si sostituisce al suolo, nella TOP3 si registrano Tropea con 35% sul totale, Villa San Giovanni 28% e Soverato +27%. In riferimento, invece, al consumo di suolo, ossia l’incremento annuale di copertura artificiale che si sostituisce al suolo, la TOP3 regionale vede San Ferdinando che ha registrato un aumento di 6 ettari, Lamezia terme 5 ettari e Crotone 4.
A livello nazionale le colate di cemento non rallentano neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, e ricoprono quasi 60 chilometri quadrati, impermeabilizzando ormai il 7,11% del territorio nazionale. Ogni italiano ha a disposizione circa 360 mq di cemento (erano 160 negli anni ’50). L’incremento maggiore quest’anno è in Lombardia, che torna al primo posto tra le regioni con 765 ettari in più in 12 mesi, seguita da Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439) e Lazio (+431). La Calabria registra un modesto incremento di +86 ettari.
“L’andamento del consumo del suolo – ha commentato il direttore generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra – ci dà la restituzione plastica dell’emergenza che, nelle diverse matrici ambientali, stiamo vivendo e siamo chiamati ad affrontare. Sostituire il suolo con coperture artificiali, infatti, determina un effetto a cascata, penso all’impermeabilizzazione e quindi agli effetti prodotti sulle falde nonché sulla sicurezza idraulica, che ci sta pericolosamente portando ad un punto di non ritorno”.