“In una campagna elettorale che sembra caratterizzarsi più sugli slogan di posizione che sui temi legati all’economia, al mondo del lavoro ed al sistema delle imprese, si sente la necessità di fornire alcuni spunti, tanto di natura congiunturale, legati alle emergenze in atto, che di respiro strutturale guardando agli anni a venire ed al futuro del Paese e dei territori”. È quanto ha dichiarato il presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance, Giovan Battista Perciaccante.
“Quello che occorre evidenziare in premessa – ha detto il presidente Perciaccante – è il peso del contributo fornito dal settore delle costruzioni alla crescita record registrata dal Pil lo scorso anno (+6,6%), che dà lavoro a 1,4 milioni di persone, che oltre l’80% degli acquisti effettuati dal settore riguarda il Made in Italy, che 1 miliardo di euro investito nelle costruzioni genera effetti pari a 3,5 miliardi e crea 15.500 posti di lavoro e che il settore e la sua lunga e articolata filiera rappresentano circa il 20% del Pil, considerando tutte le attività collegate (ricomprese quelle immobiliari)”.
“Quello che serve nell’immediato – ha aggiunto – è affrontare le emergenze per non arrestare la ripresa in atto nonostante un quadro internazionale di notevole complessità ed indeterminatezza circa i tempi di possibile ricomposizione e ritorno ai normali scambi economici e di mercato. Dopo più di 10 anni di crisi, infatti, che ha provocato una drastica riduzione del fatturato (-35%) e una perdita di 160.000 imprese e 600.000 posti di lavoro, il settore è finalmente ripartito. Questa ripresa, però, rischia di essere bruscamente interrotta da una drammatica crisi di liquidità determinata dal caro materiali e dal blocco delle cessioni dei crediti fiscali”.
A giudizio del presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance, Giovan Battista Perciaccante in via prioritaria “occorre sbloccare con immediatezza la cessione dei crediti fiscali per tutti i lavori già contrattualizzati; perdurando l’attuale stato di cose, le imprese impegnate in lavori agevolati dai bonus edilizi rischiano di chiudere. Dare immediata attuazione alle misure già adottate (Compensazioni 2021 e DL Aiuti) pagando subito le imprese costrette ad attendere dai 6 ai 18 mesi prima di riuscire ad incassare le somme dovute per il cosiddetto caro materiali dalla Pubblica Amministrazione a causa di una macchina burocratica lenta e farraginosa. Nello stesso tempo serve mettere in atto misure in grado di attenuare gli impatti del caro energia in uno con la introduzione di un meccanismo strutturale di revisione prezzi, semplice ed automatico”.
A giudizio del presidente Perciaccante, inoltre, occorre “dare rapida attuazione agli investimenti e alle riforme previste nel PNRR, senza rimettere in discussione l’impianto complessivo perché rappresenta un’occasione senza precedenti non solo per le ingenti risorse messe in campo ma soprattutto per gli obiettivi che si intende raggiungere entro il 2026: recuperare le conseguenze economiche della crisi pandemica e rimuovere le debolezze che impediscono lo sviluppo del Paese, quali la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, gli squilibri sociali e territoriali e la scarsa produttività, favorendo la transizione ecologica e digitale. A tal fine, potrebbe risultare utile favorire la creazione di strutture regionali snelle di coordinamento della messa a terra del PNRR per ridurre gli effetti della endemica scarsa capacità amministrativa”.