Spingere il governo ad avviare un serio monitoraggio della osteoporosi gravidica: è l’obiettivo di un’interrogazione che il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, insieme ai colleghi Marcello Gemmato, Maria Teresa Bellucci e Lucrezia Mantovani, ha rivolto al ministro della Salute.
I dati epidemiologici dimostrano, infatti, che sta aumentando tra le neo-mamme l’osteoporosi gravidica (PAO), una sindrome poco conosciuta che interessa, in particolare, le donne durante l’ultimo trimestre della gravidanza o nei primi mesi dopo il parto e si manifesta con fratture vertebrali spontanee. In molti casi i dolori invalidanti causati dai cedimenti vertebrali vengono erroneamente interpretati come conseguenza dell’incremento del peso corporeo e delle modificazioni posturali che accompagnano la gravidanza e frequentemente viene fatta l’errata diagnosi di depressione post partum.
Poiché la diagnosi avviene spesso a distanza di mesi o anche anni dalla gravidanza, la reale incidenza della PAO non è nota e le fratture vengono accertate e trattate in ambito ortopedico e, quasi mai, a livello ginecologico e ostetrico.
E’ invece fondamentale, secondo i deputati di Fdi, che le donne a rischio PAO vengano identificate e trattate con opportune misure preventive considerato anche il particolare momento di vita in cui si verifica tale patologia. “L’osteoporosi gravidica – spiega l’on. Wanda Ferro – costituisce un’importante sfida per i Sistemi Sanitari dei Paesi occidentali in termini di disabilità e di costi sociali ed economici oltre che psicologici”.
Per questo i deputati di Fdi hanno chiesto al ministro della Salute “quali iniziative urgenti intenda adottare per monitorare l’osteoporosi gravidica e censire, attraverso uno specifico studio epidemiologico, i pazienti affetti; se esistono e quali sono i protocolli già in essere per identificare le donne a rischio nel corso della gravidanza e le misure preventive applicate; quali iniziative intenda assumere per sensibilizzare i medici di base e i ginecologi sulla sindrome in oggetto; a quanto ammonti il costo sociale ed economico legato ai casi di osteoporosi gravidica”.