L’emergenza sanitaria in corso aumenta l’incertezza, compromettendo i segnali di recupero registrati nei mesi estivi.
Gli interventi per contrastare la recrudescenza dei contagi si riverberano su domanda e offerta, interrompono il recupero di fiducia e aumentano l’incertezza, generando rilevanti effetti restrittivi. Si stima che in Calabria una flessione della domanda di intensità analoga a quella registrata ad aprile, porterebbe fino a 746 milioni di euro in meno di consumi nel mese di novembre: per la Calabria si registrerebbe una ulteriore perdita di PIL di 390 milioni di euro nel 2020 e di 857 milioni nel 2021. Nei due anni in esame si cumula quindi una ulteriore minore crescita per 1,2 miliardi di euro.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dal primo Report sulla Crisi Covid – 19 dell’Osservatorio MPI Confartigianato Imprese Calabria, che nasce anche nella nostra regione per offrire uno strumento puntuale e sistematico per misurare, con parametri definiti, il cambiamento dello scenario economico e sociale. L’Osservatorio regionale prende avvio dall’esperienza maturata nell’ambito degli Osservatori in rete coordinati dall’Ufficio Studi nazionale, da cui mutua l’idea di offrire un monitoraggio costante dell’evoluzione di una serie di fenomeni che attengono alle imprese.
Si tratta di una opportunità per progettare al meglio e con più precisione le azioni da mettere in campo elementi di supporto al lavoro delle nostre imprese. Uno strumento attraverso cui far conoscere studi e ricerche relativi a temi di interesse per le nostre imprese, in chiave territoriale che ha “l’obiettivo di facilitare il compito di Confartigianato nel rapportarci con il decisore politico, per provare anche ad indirizzare meglio le scelte da attuare per avvicinare l’azione politica alle esigenze delle imprese, e quindi aiutarci nel ruolo di rappresentanza”, ha sottolineato il segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, Silvano Barbalace che ha introdotto i lavori della conferenza stampa a cui hanno partecipato per l’illustrazione del report Licia Redolfi dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria, e il presidente regionale Roberto Matragrano.
Il documento mostra per la regione Calabria diverse evidenze su tematiche quali: l’ulteriore perdita di PIL a causa della recrudescenza dei contagi, il calo dei consumi a novembre a seguito della classificazione della Calabria ‘zona rossa’, le perdite cumulate del settore dell’estetica a seguito del blocco dell’attività, le perdite del commercio internazionale, i segni della crisi sul mercato del lavoro e sul tessuto imprenditoriale (con focus sull’artigianato), le risorse messe in campo dal bonus 110% e la platea di imprese del sistema casa, i driver della futura ripresa (green e digitale), burocrazia, credito e politiche di coesione.
Secondo quanto emerso nel rapporto, la crisi Covid-19 scaglia i suoi effetti sul mercato del lavoro seppur ad oggi sostenuto da ammortizzatori sociali e blocco dei licenziamenti. Al II trimestre 2020 in Calabria si è perso lo stesso numero di occupati della crisi del debito sovrano (2011-2013): -45 mila occupati, pari al -8,1% (calo percentuale più elevato rilevato tra le regioni italiane). Gli effetti negativi sul mercato del lavoro sono dovuti anche alla forte contrazione delle nuove assunzioni: a novembre 2020 le previsioni di assunzione delle imprese con dipendenti della Calabria scendono del -25,8%, flessione più ampia rispetto a quella registrata per il Mezzogiorno del -23,5%.
Tra i segmenti maggiormente in difficoltà sul fronte lavorativo troviamo quello dei giovani. Il contesto di incertezza e di difficoltà generalizzata si proietta conseguentemente sul tessuto imprenditoriale che in Calabria conta 188 mila imprese registrate di cui il 17% (32 mila unità) artigiane e presenta un’elevata vocazione alla micro impresa con 0- 9 addetti: le micro realtà imprenditoriali rappresentano il 97,2% delle imprese del territorio che danno lavoro al 69,5% degli occupati. Per l’artigianato, al III trimestre dell’anno, nei due settori più rappresentativi in cui operano oltre il 60% delle imprese – Costruzioni e Servizi alle persone – si osserva un aumento del numero di iscrizioni e un saldo positivo (dato dalla differenza tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio) più consistente rispetto a quello del III trimestre 2019, in modo particolare per il primo.
QUANDO CHIUDE UN’IMPRESA MUORE UNA STORIA “La pandemia lascia molte incertezze sulle previsioni future – ha affermato Barbalace – lo vediamo anche in merito ai dati della ripresa dei fatturati delle aziende inizialmente prevista per il 2021: per la Calabria si parla addirittura nel 2023”. La prima considerazione da fare è quella sui dati, dice ancora il segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria: il 97,2% delle imprese calabresi sono di piccole dimensioni e una su 5 è artigiana, “dati da dover tenere in considerazione quando si mettono in campo le azioni a sostegno delle imprese. Sono imprese che stanno resistendo alla crisi stringendo la cinghia: quando chiude un’impresa artigiana chiude una storia, un bagaglio di conoscenze e di valori che per noi sono importanti. E questo che dobbiamo evitare”.
INTERVENIRE SULLA BUROCRAZIA Cosa fare, quindi? Intervenire per consentire alle imprese di muoversi in un contesto favorevole, e tra gli aspetti critici – come emerge dal report – c’è sicuramente la burocrazia. “Tra gli elementi messi in evidenza dalla pandemia ci sono proprio i limiti di mancanza di efficienza da parte della Pubblica amministrazione, e la digitalizzazione che scarseggia nei nostri comuni (parliamo del 66%) – continua Barbalace -. Il dato molto preoccupante è quello relativo al calo del numero degli occupati, ed in particolare quello relativo ai giovani inattivi che è in costante aumento. Su questo qualche giorno fa abbiamo avuto un webinar con l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Fausto Orsomarso, che annunciava un intervento per le Politiche attive da cento milioni: proprio su questo faremo le nostre proposte sulla base guardando proprio alla riduzione delle imprese artigiane e all’inattività di tanti giovani nella nostra regione”.
NON MANCANO ELEMENTI POSITIVI Gli elementi positivi che emergono dal report sono “la spiccata propensione delle nostre imprese verso la sostenibilità e soprattutto la consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione che oggi non è più semplicemente una opportunità ma una necessità. Le nostre imprese – dice ancora Barbalace – sfruttano un fondo regionale per artigiani per gli investimenti innovazione tecnologica, un fondo che sta subendo una serie di ritardi dal punto di vista burocratico. E questa è proprio una criticità da risolvere per creare contesti favorevoli in cui far operare le imprese e renderle competitive”.
Il presidente di Confartigianato Impresa Calabria, Roberto Matragrano, nel chiudere i lavori, ha messo in rilievo l’importanza della formazione ed in particolare dell’apprendistato. “L’artigianato è uno dei settori su cui poggia la nostra economia regionale ed è capace di creare forza lavoro che viene richiesta più fuori regione che nel territorio. La politica deve sapere che l’artigianato è all’avanguardia – conclude Matragrano – una realtà da tenere in considerazione proprio per incentivare l’occupazione giovanile”.