Non c’è alcuna intenzione della Regione di dirottare nel settore privato i tirocinanti impegnati in percorsi formativi negli enti pubblici. Il consigliere Di Natale, che accusa la Regione di ‘navigare a vista’, è certamente disinformato sul lavoro fatto per dare sostegno e prospettiva ai tirocinanti calabresi, e non sfugge alla tentazione di alimentare una polemica strumentale per distrarre l’attenzione sulle responsabilità di un governo nazionale che, come egli stesso ammette, ha completamente dimenticato questa categoria dei lavoratori, addirittura esclusa dai sussidi del Cura Italia e dei provvedimenti successivi.
Ricordo a Di Natale, di cui non ricordiamo un intervento per sollecitare l’attenzione del governo di centrosinistra, si è resa necessaria l’iniziativa parlamentare della deputata Wanda Ferro, anche su nostra sollecitazione e con il contributo dei parlamentari di maggioranza Viscomi e Bruno Bossio, per includere i tirocinanti tra i destinatari degli interventi di sostegno al reddito. Ma questo è solo uno dei fatti concreti che questo governo regionale ha realizzato nei confronti di un bacino di lavoratori cui fino ad oggi non si sono volute dare risposte serie e definitive.
Insieme al collega Gianluca Gallo abbiamo realizzato una misura una tantum per dare sostegno ai bisogni dei lavoratori rimasti senza reddito dopo la sospensione delle attività a gennaio e riapriremo la misura per chi è rimasto escluso perché magari ha commesso errori nella compilazione della domanda, abbiamo consentito la riattivazione dei tirocini a partire dal 25 maggio, siamo riusciti a convincere il Mibact a fare ripartire i tirocini e abbiamo ottenuto che potesse essere perfezionata la formazione per i tirocinanti della Giustizia perché potessero ottenere un titolo, abbiamo anticipato una mensilità per i tirocini che dipendono da Calabria Lavoro, non potendolo fare per quelli pagati dall’Inps, e domani avrò una conference call con il ministro in cui discuteremo anche della situazione dei tirocinanti calabresi.
Questi sono i fatti, agli altri lasciamo le chiacchiere e le polemiche fuori luogo. Le notizie improbabili che vengono diffuse da qualche giorno nascono da una lettura strumentale di una mia analisi critica sullo stato dei tirocini e sul futuro delle politiche attive, espressa nei giorni scorsi durante uno dei tanti incontri con i tirocinanti preoccupati per il loro futuro, secondo la quale evidenziavo che i tirocini avrebbero avuto un riflesso più efficace sul piano lavorativo se fossero stati svolti nel settore privato, dove la formazione avrebbe potuto creare lavoro vero e crescita del sistema produttivo, anziché in quello pubblico, in cui è stato da tanti rilevato che in molte occasioni si assiste a fenomeni di vero e proprio sfruttamento da parte degli enti.
In molti enti pubblici, infatti, i tirocinanti svolgono una normale attività lavorativa, sottopagata e senza tutele rispetto agli altri dipendenti e senza che venga garantita la piena dignità del lavoro.
Sono disponibile a dare tutti gli opportuni chiarimenti a Di Natale, in aula o in assessorato, dove mi sono più volte confrontato in maniera costruttiva su queste problematiche con consiglieri di maggioranza e di opposizione.
Intanto posso annunciargli che, dopo averne già discusso con i sindacati, entro ottobre chiuderemo tutto il precariato storico della Calabria, anche i lavoratori della legge 12 che attendevano da tempo la pubblicazione di un elenco che siamo riusciti a fare in soli due mesi dal mio insediamento, e per i quali stiamo individuando le risorse per la contrattualizzazione, così come chiuderemo definitivamente i bacini della legge 15, della legge 31, della legge 40, della legge 28, gli stagisti e i borsisti della Regione, che per tanti anni sono rimasti senza risposte, ostaggio di una politica che sul mantenimento del precariato e sulle sofferenze di tante famiglie ha costruito per anni il proprio consenso.
Così Fausto Orsomarso, assessore al lavoro della Giunta regionale.