La pericolosità della cosca Mancuso, Marisa Manzini la conosce bene. È stata lei infatti il magistrato che, applicato alla DDA di Catanzaro, ha contribuito a mettere in luce il fiume di crimini e traffici illeciti che dalla provincia di Vibo Valentia varcavano i confini regionali e nazionali.
“Fai silenzio ca parrasti assai”. Così, Pantaleone Mancuso ha apostrofato in aula il giudice Manzini. Oggi quella frase, che rivela come le parole possano essere una potente arma contro le mafie, è il titolo del libro di Marisa Manzini, edito da Rubbettino, che il magistrato sta presentando nelle scuole, nelle piazze, e in tutti i luoghi nei quali è invitata per raccontare non solo la pericolosità della ’ndrangheta ma anche il coraggio di chi ha cercato di uscirne fuori e per ribadire la necessità di un cambio di mentalità che partendo proprio dal potere della parola e delle parole metta all’angolo la paura e l’omertà.
A Marisa Manzini abbiamo chiesto un commento sull’operazione «Rinascita-Scott»:
MARISA MANZINI: «Il 19 dicembre 2019 resterà certamente una data memorabile nella storia della provincia di Vibo Valentia. Non solo per la monumentale operazione per la quale merita un grandissimo plauso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal Procuratore Gratteri, ma perché mette a nudo il potere di una cosca che, sino ai primi anni del 2000 non era riconosciuta come tale.
Data 2003 la prima Operazione, conosciuta come Operazione Dynasty, conclusasi con una sentenza, divenuta definitiva, che ha dichiarato la esistenza della famiglia ndranghetistica Mancuso. Da allora, il gruppo, i cui capi sono stati detenuti per numerosi anni, ha continuato a mantenere il controllo del territorio attraverso altri adepti che hanno costantemente operato per infiltrare il tessuto amministrativo, politico e produttivo del territorio.
Eppure, nei 16 anni che sono passati dall’Operazione Dynasty, qualche voce sul territorio si era alzata e aveva avuto il coraggio di denunciare la strategia intimidatoria e aggressiva che il gruppo Mancuso quotidianamente metteva in atto sull’intera provincia. Qualcuno dopo avere sofferto e subito aveva denunciato. Sempre troppo pochi.
L’operazione Rinascita Scott sono certa rappresenterà una esortazione al cambiamento per tutti i vibonesi. Ora come non mai, è utile ricordare le parole di Paolo Borsellino “La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”».
Marisa Manzini, magistrato, ha ricoperto gli incarichi di sostituto procuratore presso le procure di Lamezia Terme, la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e di sostituto procuratore generale a Catanzaro. Dal 2015 è procuratore della Repubblica aggiunto a Cosenza. Ha diretto il comitato scientifico nel corso di Alta Formazione sulle “Politiche di contrasto alla mafia – Analisi delle mafie e delle strategie di contrasto” e ha fatto parte del Comitato scientifico nel corso di Alta Formazione sulle “Prevenzioni della corruzione nella Pubblica Amministrazione” organizzati dalla Fondazione della Università Magna Graecia di Catanzaro. Autrice di articoli e di saggi su periodici, partecipa, da sempre, ad incontri con i giovani volti a diffondere la cultura della legalità.