Il Recovery plan rischia di essere una occasione persa per il Sud. Proprio la condizione di ritardo delle regioni meridionali, la debolezza in parametri come il pil pro-capite e il tasso di disoccupazione, hanno consentito all’Italia di ottenere maggiori risorse per la perequazione territoriale.
Bisognava quindi invertire il criterio di distribuzione delle risorse per gli investimenti, come chiede da sempre Fratelli d’Italia: non il 30 o il 40 per cento, ma almeno la metà della spesa doveva servire a colmare il divario infrastrutturale per rendere le regioni meridionali più competitive e attrattive, così aiutando l’economia dell’intera Nazione.
Invece l’unico segnale positivo sembra essere la realizzazione dell’Alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria, la cui reale efficacia sembra però legata ad opere di completamento su cui nel piano non c’è chiarezza. Restano avvolte nell’incertezza altre opere fondamentali, dallo sviluppo della fascia ionica con la rete ferroviaria e la statale 106, al completamento dei tratti più pericolosi dell’autostrada, ai porti, agli aeroporti.
Purtroppo la scelta politica del governo Draghi di esautorare il Parlamento dalla possibilità di valutare nel merito e discutere il piano, che viene approvato a scatola chiusa, rischia di costare un prezzo altissimo alle regioni meridionali, che anziché recuperare il gap con il resto del Paese rischiano di essere tagliate fuori per sempre dall’Europa”.
E’ quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, intervenuta in aula nel dibattito sul Recovery plan.