Ringrazio Poste Italiane e il Ministero per lo Sviluppo Economico per aver assunto nel proprio patrimonio filatelico il Codice Romano Carratelli. Recuperare al patrimonio culturale e far conoscere a tutti un documento così importante significa arricchire la memoria storica di ognuno di noi, ma anche trasmettere un pezzo, una fotografia importante di un’epoca contrassegnata da invasioni e violenze attraverso cui questa ricostruzione è stata immortalata”
Lo ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio, intervenendo alla presentazione, che si è svolta ieri sera al Palazzo S. Chiara di Tropea, del francobollo emesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico e da Poste Italiane per celebrare il Codice Romano Carratelli nella serie tematica del “Patrimonio Artistico e Culturale Italiano”, un importante evento culturale che ha goduto anche della partecipazione del Servizio filatelico temporaneo di “Bollatura giorno di emissione” di Poste Italiane. La tiratura è di quattrocentomila esemplari. La stampa è stata curata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra e autoadesiva. Il bozzetto è di Emanuele Bertucci e riproduce la tavola di Tropea.
Il Codice, lo ricordiamo, è un manoscritto composto da 99 acquerelli, risalente alla fine del XVI secolo, di straordinaria freschezza e bellezza che rappresenta ed illustra il problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra attraverso la raffigurazione delle città fortificate, dei castelli, delle torri e del territorio. Tropea è una di queste.
“Questo straordinario documento il cui valore è veramente inestimabile -ha proseguito Oliverio- merita altri e più importanti riconoscimenti. Io credo, e il mio non è un semplice auspicio di circostanza, che esso debba essere inserito e riconosciuto al più presto nel Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Averlo riportato in Calabria, nel proprio habitat naturale, è un grande merito di Mimmo Carratelli che ringrazio per quanto ha fatto e continuerà a fare. Ora bisognerà intensificare e ripetere iniziative come questa per far conoscere il Codice a tutti, in tutte le città della Calabria, coinvolgendo soprattutto le scuole, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, perché attraverso queste iniziative si trasmette la storia del nostro territorio. Conoscere la propria storia significa comprendere meglio il presente, capire i fenomeni che oggi caratterizzano il Mediterraneo. Significa, per esempio, comprendere meglio le cause storiche dei flussi migratori che non possono essere catalogati o rinchiusi soltanto in una strategia di occupazione del territorio ma che, viceversa, spesso sono il portato di una fuga, di un esodo dai territori per situazioni di conflitti, fame, guerre e violenze. Significa, per esempio, trasformare un sistema difensivo in un sistema di accoglienza, facendolo diventare simbolo di tolleranza e accoglienza di una regione che ha subito invasioni e occupazioni e che, quindi, sa, conosce per averlo sperimentato sulla propria pelle, cosa vuol dire scappare da guerre e violenze o migrare per fame e indigenza”.
“Far conoscere il Codice, valorizzare questo straordinario patrimonio che appartiene non solo alla Calabria ma al Mediterraneo e all’intera umanità -ha concluso il presidente della Regione- è un compito che dobbiamo assolvere e di cui dobbiamo tutti farci carico. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare in questa direzione e faremo tutto ciò che è nelle nostre competenze affinchè questo documento storico il cui valore è davvero incommensurabile non solo sia riconosciuto e inserito nel patrimonio storico dell’Umanità ma anche perché diventi un grande attrattore turistico e culturale ed uno strumento attivo di conoscenza della storia e della cultura della nostra regione. E’ un dovere a cui non possiamo e non dobbiamo assolutamente sottrarci”. I lavori dell’incontro, moderato da Concetta Schiariti, sono stati introdotti dal sindaco di Tropea, Giovanni Macrì. Sono seguiti gli interventi di Salvatore Solano, presidente della Provincia di Vibo Valentia, Domenico Romano Carratelli, proprietario del manoscritto nonché presidente dell’Accademia dei Bibliofili calabresi ed Emanuele Bertucci, curatore della mostra di Catanzaro, a cui, fra l’altro, si deve il merito d’aver proposto l’emissione del francobollo celebrativo. Presenti tra il pubblico anche lo storico Enzo Ciconte e l’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani.