“In questi anni sono state assunte una serie di misure e iniziative importanti per favorire il recupero del gap esistente tra Sud e Nord del Paese e all’interno dello stesso Mezzogiorno. Purtroppo, però, esse non sono totalmente sufficienti a determinare l’inversione di tendenza tanto attesa, nonostante i timidi segnali di ripresa registrati negli ultimi anni. C’è bisogno di maggiori investimenti produttivi e, soprattutto, occorre guardare al Mediterraneo come ad una nuova frontiera dello sviluppo
È quanto ha affermato il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, intervenendo alla presentazione della quarta edizione del Rapporto PMI Mezzogiorno, elaborato da Confindustria e Cerved, con la collaborazione di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, avvenuta questa mattina nella sede di Confindustria Cosenza.
“In Germania -ha ricordato Oliverio- l’operazione di ricongiungimento delle due Germanie, avvenuto all’indomani dell’abbattimento del muro di Berlino, ha comportato un investimento di 1500 miliardi di euro. Dico questo per dire che il Sud può rappresentare una grande opportunità per il Paese e per l’Europa se concepiamo il Mediterraneo come una barriera da abbattere, se assumiamo il “mare nostrum” come una grande opportunità. Purtroppo dobbiamo ammettere che, in questa direzione, c’è ancora tantissima strada da fare. Siamo, infatti, in presenza di un grave ritardo culturale e istituzionale. Attardarsi ancora in una proiezione chiusa e non proiettata verso le nuove frontiere del sud del Mediterraneo, significa perdere una opportunità storica come Europa, come Paese e, soprattutto, come Mezzogiorno che, in una prospettiva che guarda al Mediterraneo come ad una grande opportunità, potrebbe svolgere un ruolo determinante sia in termini di attrazione di nuovi capitali e per convenienza di nuovi investimenti”.
A tal proposito il presidente della Regione ha accennato al ruolo che, in questo contesto, può svolgere l’istituzione della Zes (Zona Economica Speciale).
“Eviterei, a tal proposito -ha detto- di fasciarmi la testa prima di essermela rotta. Nessuno pensa che la ZES sia la panacea per la soluzione di tutti i problemi della Calabria e di tutte le altre regioni interessate, ma occorre prendere atto che oggi la ZES, che fino a ieri era solo un annuncio o una promessa elettorale, c’è, è diventata realtà, è un fatto concreto. Da sola, chiaramente, non basta per recuperare i pesanti ritardi accumulati in un lungo periodo di anni, ma è sicuramente la frontiera del futuro, l’opportunità più grande su cui siamo chiamati a scommettere tutta la posta a nostra disposizione. E’ uno strumento a cui dobbiamo guardare con grande attenzione, evitando di disfare prima di costruire, un vizio che noi calabresi dobbiamo assolutamente scrollarci di dosso, se vogliamo realizzare qualcosa di positivo in questa nostra terra.
Alla ZES, tra l’altro, abbiamo affiancato altri provvedimenti finalizzati a sostenere e irrobustire i timidi segnali di ripresa che emergono dal Rapporto presentato stamattina.
Il primo riguarda il progetto destinato alle aree di crisi, ovvero la 181, che è rivolto alla media e alla piccola impresa e che prevede investimenti destinati alle aree della nostra regione in cui esistono già piccoli nuclei, presenze di imprese, mini-distretti che devono essere aiutati attraverso il trasferimento di strumenti come la semplificazione amministrativa, gli incentivi, ecc.
In più abbiamo sottoscritto un Accordo di Programma per i Contratti di Sviluppo, per alimentare investimenti in settori come l’agroalimentare, il turismo e il manifatturiero che vanno sostenuti e privilegiati.
Abbiamo destinato circa 68 milioni di euro al Credito di Imposta a fronte di una richiesta pervenuta di oltre 90 milioni di euro”.
“In questa direzione -ha aggiunto Oliverio- stiamo convogliando, inoltre, anche ingenti risorse comunitarie: il bando, per esempio, per Macchinari e Impianti ha registrato una domanda altissima, del tutto inattesa. Abbiamo messo in campo un grande progetto di ammodernamento infrastrutturale della nostra regione. Abbiamo destinato 530 milioni di euro per l’ammodernamento della nuova ferrovia jonica, stiamo investendo sul sistema aeroportuale, stiamo lavorando per definire lo studio di fattibilità dell’Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria, abbiamo definito una serie di accordi approvati dal Cipe che presto, burocrazia permettendo, diventeranno cantieri, ecc.”.
“Il 4 marzo scorso -ha concluso il presidente della Giunta regionale- i cittadini hanno denunciato una chiara sofferenza del Sud. A quella sofferenza ora dobbiamo dare risposte esaustive, non palliativi, ma stiamo attenti a non perdere di vista la vera sfida che deve vincere il Mezzogiorno, che è quella della crescita e degli investimenti produttivi, evitando in ogni modo di ripiegare in una posizione assistenzialistica. Sarebbe, questa, la più grande sconfitta del Sud e della Calabria. Il che, sia chiaro, non significa mollare le politiche inclusive. Tutt’altro! Le politiche inclusive vanno realizzate per garantire giustizia sociale e per alimentare il sistema economico, ma guai a ripiegare su impostazioni assistenziali. Per noi sarebbe davvero la fine”.