Dalla riunione del Consiglio dei Ministri a Gioia Tauro mi aspetto, innanzitutto, che non diventi una parata propagandistica”.
Questa la risposta del presidente della Regione, Mario Oliverio, al caporedattore del TGR Calabria, Luca Ponzi, che questa mattina ha coordinato i lavori del Convegno promosso dalla Cisl calabrese presso un noto albergo di Lamezia Terme sul tema: “Le politiche per il lavoro, gli investimenti per la crescita, le infrastrutture per lo sviluppo. Il nostro progetto per la Calabria”-
“Mi aspetto -ha proseguito Oliverio- che il Presidente del Consiglio Conte sani la recente ferita inferta al Mezzogiorno e alla Calabria, che è quella che è stata prodotta dieci giorni fa quando l’Italia ha sottoscritto l’ accordo sulla Via della Seta con la Cina, tagliando fuori la portualità del Sud e Gioia Tauro.
Quell’accordo ripropone, ancora una volta, la volontà di marginalizzare il Mezzogiorno. Come si fa, in un “memorandum” di quella portata, a non includere la più grande struttura portuale del Mediterraneo come il porto di Gioia Tauro, che rappresenta la proiezione dell’Europa e del Paese sul Mediterraneo. Aver compiuto tale scelta indica miopia e poca lungimiranza”.
A questo punto il presidente Oliverio ha rincarato la dose.
“Nelle politiche ordinarie -ha detto- il Mezzogiorno continua ad essere fortemente penalizzato. C’è una legge, proposta due anni fa dal ministro De Vincenti, che prevede che il 34% delle risorse del Paese sia destinato al Sud e che ancora rimane inapplicata. Anche le timide inversioni di trend registrate nel corso degli ultimi anni rischiano di involvere, perché una serie di strumenti come il Credito d’imposta e il sostegno alle imprese sono state lasciate a totale carico delle Regioni.
Non possiamo più accettare che il Mezzogiorno ritorni in una condizione di soggetto assistito e, quindi, destinato lentamente a morire. Su questi temi dovremmo confrontarci e non già sul tentativo di inserire motivi di disarticolazione del Paese, attraverso quella che viene definita dai più come la cosiddetta “secessione dei ricchi”. In questo quadro le infrastrutture hanno un ruolo strategico e noi abbiamo investito molto in questa direzione.
Abbiamo investito molto sull’ammodernamento e sull’elettrificazione della ferrovia jonica, sulla viabilità (Terzo Megalotto SS.106 Sibari-Roseto Capo Spulico, Sibari-Crotone, Trasversale delle Serre, ecc.), sui collegamenti del sistema aeroportuale (abbiamo costituito la società unica di gestione, rafforzato i collegamenti da Lamezia con il resto d’Europa che fino al 2014 erano solo 8 ed oggi sono diventati 49, stiamo facendo ripartire gli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone).
Su Gioia Tauro chiediamo che il governo sblocchi celermente i finanziamenti già allocati nell’accordo di Programma Quadro che abbiamo sottoscritto per Gioia Tauro (150 milioni di euro) che servono a completare tutte le infrastrutture per adeguare e completare il porto.
La Zes è diventata finalmente realtà con il recente insediamento del Comitato d’indirizzo. Fui proprio io, e lo rivendico con orgoglio, a portare la proposta di legge all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Abbiamo investito per la messa in sicurezza delle scuole calabresi, abbiamo sbloccato opere incompiute rimaste ferme per anni, abbiamo utilizzato al massimo le risorse europee in questa direzione. Sin dal nostro insediamento ci siamo battuti per contrattualizzare 4600 lavoratori precari. Una scelta che abbiamo compiuto con nettezza e determinazione e che vogliamo portare fino in fondo, arrivando anche ad approvare un’apposita legge per storicizzare le risorse (39 milioni di euro) che da cinque anni abbiamo allocato nel bilancio regionale come quota-parte della Regione per la stabilizzazione di questi lavoratori che rendono un servizio insostituibile a centinaia di comuni calabresi, supplendo alla carenza di organici e rendendo servizi importantissimi. A tal proposito, sin da ora, colgo l’occasione, e lo avrei fatto se il Sottosegretario al Lavoro oggi fosse stato presente a questo convegno, per invitare il governo a pensare da subito ad allocare le risorse restanti necessarie per garantire, dal mese di ottobre in poi, la copertura totale dell’apposita voce in bilancio, così come è avvenuto negli anni precedenti”.
“La portata dei problemi che vive la nostra regione -ha concluso Oliverio- ha bisogno di una forte alleanza tra il mondo del lavoro, il mondo dell’impresa e le istituzioni, a prescindere dalle colorazioni e dalle appartenenze politiche. Solo attraverso un patto forte è possibile pesare di più, avere più ascolto da parte del governo centrale e incidere meglio sulla soluzione dei problemi. Insieme è possibile affrontare e risolvere, anche in Calabria, i problemi più gravosi che per tanto tempo hanno bloccato ogni tipo di crescita e di sviluppo della nostra terra”.