L‘ASP di Cosenza con la deliberazione n°412 del 05 maggio u.s. del Commissario Zuccatelli, ha previsto l’affidamento del servizio di preparazione e somministrazione dei pasti ai degenti nei Presidi Ospedalieri e Strutture Sanitarie. Il Consigliere in una lettera al Commissario, Generale Zuccatelli, con puntuali osservazioni aveva messo in evidenza, che il bando, ignora i prodotti locali a chilometri zero provenienti da Filiera corta 100 % Made in Calabria, invitando l’Azienda Ospedaliera a sospendere la delibera e modificare il Capitolato Tecnico.
A seguito di tale richiesta, il Commissario Zuccatelli, ha fornito chiarimenti, che però, pur essendo più chiari, non sono ritenuti soddisfacenti. Ad ulteriore completezza l’esponente politico ha inviato una lettera con la quale reiterando alcune precedenti sottolineature mette in evidenza alcune logiche considerazioni.
Nella risposta del Direttore Generale – scrive Molinaro – si prevede il 50% di biologico e il 30% tra produzione integrata, IGP/DOP/STG di cui solo il 5% prodotti regionali. La quota del 30% potrebbe essere quindi, per come scritto, costituita per l’1% da IGP/DOP/STG e per il 29% da generica produzione integrata! A questo si aggiunge che il 5% della produzione regionale è limitata al 30% dei prodotti (tra produzione integrata, IGP/DOP/STG) costituendo quindi l’1,5% del totale dei prodotti da utilizzare. Come formulata – spiega Molinaro – questa mi sembra una situazione eccessivamente limitativa. Si doveva prevedere una indicazione sicuramente diversa aumentando ad esempio almeno al 40% la percentuale di produzioni regionali e facendola incidere sull’intero 100% delle derrate, proprio nell’auspicata prospettiva di valorizzazione della filiera corta e dell’economia regionale.
Altro punto di interesse è quello riguardanti le carni: non ci sono riferimenti alla filiera regionale che pure esiste! Non si cita per nulla in nessun punto il pesce di quale qualità e provenienza debba essere
Inoltre – aggiunge l’esponente della Lega – mancano i riferimenti all’agricoltura sociale, disabilità e beni confiscati, che sicuramente hanno un marcato valore, anche simbolico, in Calabria e nulla, mi pare, si dica su criteri green e sulla sostenibilità ambientale dell’appalto. Inoltre, – precisa Molinaro – l’attribuzione dei punti relativi all’offerta economica si svolge con una formula la cui applicazione fa scaturire un enorme distacco di punteggio tra la prima , la seconda e la terza migliore offerta vanificando di fatto la qualità dell’offerta tecnica indirizzando così i concorrenti a privilegiare l’offerta al ribasso piuttosto che una di qualità nel tentativo di aggiudicarsi la gara.
Alla luce di queste ulteriori considerazioni e discrasie, nel ribadire che è essenziale favorire la filiera corta dell’agro-alimentare calabrese, – conclude Molinaro -reitero la richiesta di voler adeguare il bando al fine di un aumento qualitativo dei pasti e di un notevole contributo all’economia della nostra regione in particolare in questo periodo di difficoltà per le nostre imprese agroalimentari.