Serve immediatamente un ecografo al consultorio familiare dell’Università della Calabria e per questo ho scritto al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza.
Passati questi difficili mesi di lock-down sono riprese le visite ginecologiche, ma la mancanza di un ecografo – parliamo quindi di uno strumento fondamentale e non di un’apparecchiatura difficile da rinvenire – sta facendo sì che non possano essere effettuate le visite, che vengono così rimandate a dopo l’estate, senza la certezza, tra l’altro, che in autunno ci sia la strumentazione necessaria.” Questo è l’allarme lanciato dal deputato cosentino del Movimento 5 Stelle Alessandro Melicchio, che si è rivolto al Commissario straordinario dell’Asp di Cosenza. “La dott.ssa Bettelini sono sicuro che capirà le serie conseguenze sulle persone, ed in particolare sulle donne cosentine con difficoltà economiche, di questo disservizio. Nell’Università della Calabria, infatti, c’è un Centro Sanitario che è un’eccellenza unica in tutto il mezzogiorno d’Italia e che non serve solo il nostro ateneo, erogando complessivamente 40.000 prestazioni sanitarie annue di diversa tipologia. Questo centro ha al suo interno una serie di servizi importanti e basilari, oggi attivi: il laboratorio di chimica clinica e tossicologica, l’emergenza del 118, una postazione di continuità assistenziale H24 (ex guardia medica), unica nel territorio regionale, un centro regionale di riferimento per la diagnosi e la terapia del nanismo ipofisario per la diagnosi precoce di patologie di rilevanza sociale, una postazione Avis, altri servizi rivolti solo alla popolazione universitaria e infine, ma non per importanza, – continua il pentastellato – il consultorio familiare ginecologico dell’Asp di Cosenza. Quest’ultimo servizio è stato attivato per la particolare condizione di genere dell’Unical ed effettua più di 100 visite ginecologiche, e non ostetriche, a settimana.
È un punto di riferimento non solo per la popolazione studentesca ma anche per i cittadini residenti nel territorio, comprese ex studentesse che hanno ormai completato gli studi universitari ma che continuano a voler usufruire di questo importante servizio.
Bisogna intervenire subito, – conclude Melicchio – anche perché altri consultori familiari dell’area urbana spesso non risultano adeguati. Quello di Via Popilia ha lunghe liste d’attesa e una sola sala visite, contesa dal personale di ginecologia e pediatria. Il Consultorio di Piazza de Chiara, invece, ha strumenti diagnostici obsoleti, con i quali è impossibile valutare, ad esempio, i casi di endometriosi e di ovaio policistico. È assolutamente necessario, quindi, che il Consultorio dell’Unical disponga della strumentazione adeguata e per questo ho chiesto un intervento urgente per ripristinare il soddisfacimento minimo delle necessità territoriali.”