Ho chiesto l’intervento del Governo e del Ministero dell’ambiente sul problema della depurazione delle acque in capo al Consorzio Valle Crati. Dopo il disastro di tutti questi anni è necessaria una seria verifica da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell’ambiente per accertare il funzionamento del depuratore consortile di Coda di Volpe e lo stato di inquinamento del fiume Crati ed è necessario altresì un commissariamento per poter uscire più velocemente dalla procedura d’infrazione europea relativa alla gestione delle acque reflue.”
Così il deputato calabrese del M5S Alessandro Melicchio che ha presentato un’interrogazione sul Consorzio Valle Crati, ente che si occupa della depurazione di 19 comuni del cosentino, tramite l’impianto di Coda di Volpe, a Rende, e del progetto da 35 milioni di euro, finanziato dai fondi pubblici del piano per il Sud, necessari ad uscire dalla procedura d’infrazione europea che portato alla condanna dell’Italia sul mancato trattamento delle acque reflue. Ma è stato lo stesso Procuratore della Repubblica di Cosenza, in audizione alla commissione ecomafie, a presentare un quadro allarmante per quanto riguarda l’impianto rendese di Coda di Volpe: “abbiamo dimostrato che il depuratore era uno strumento per inquinare.
In buona sostanza, attraverso l’attivazione di un bypass, il personale della ditta GEKO, che gestisce il depuratore, faceva confluire i reflui tal quali nel fiume Crati, determinandone l’inquinamento”.
Il parlamentare pentastellato ha chiesto quindi un intervento governativo: “L’operazione ‘Cloaca Maxima’ ha portato al sequestro del depuratore consortile di Coda di Volpe e al rinvio a giudizio di 6 persone con l’accusa di aver sversato liquami direttamente nel fiume Crati. Ma sono le procedure amministrative e gestionali portate avanti in tutti questi anni dal Consorzio Valle Crati ad aver destato forti dubbi sulla correttezza e legalità. – prosegue il deputato pentastellato – Si prenda atto che la gestione partitica di questo ente ha già fatto danni ingenti e non più sopportabili. Si tratta di servizi fondamentali per cittadino ed è inaccettabile il grave ritardo con il quale si stanno affrontando i problemi della depurazione. Ci vuole un cambiamento profondo – conclude Melicchio – nel modo di intendere il governo di enti chiamati a garantire servizi essenziali per la comunità, con i soldi della comunità, come il Consorzio Valle Crati. Bisogna restituire il Consorzio ai cittadini, togliendolo dal giogo della politica”.