Ottantatré moduli di indagine svolti, per un totale di 494 campagne realizzate nel triennio 2015/2017, su 2487 km di costa italiana di competenza, pari al 33% del totale nazionale. Sono solo alcuni dei numeri sulle attività svolte nel Programma Europeo “Strategia Marina” nella Sottoregione Mar Ionio – Mediterraneo Centrale, alla quale fanno parte le regioni Sicilia, Calabria e Basilicata, presentati la scorsa settimana a Roma, nell’auditorium del Ministero dell’Ambiente, nell’ambito del seminario “Programmi di monitoraggio della Strategia Marina: risultati, esperienze e prospettive”, organizzato dalla Direzione Generale del Ministero nell’ambito del Progetto CReIAMO PA.
Il dr. Emilio Cellini, Direttore del Centro Regionale Strategia Marina dell’Arpacal, coordinatore della Sottoregione Mar Ionio – Mediterraneo Centrale, cui afferiscono l’Arpa Calabria, l’Arpa Sicilia e l’Arpa Basilicata, ha presentato i risultati e i dati ambientali del programma europeo “Marine Strategy” emersi nel triennio.
Il programma europeo della “Strategia Marina” rappresenta un importante e innovativo strumento per la protezione dei nostri mari in quanto costituisce il primo contesto normativo, vincolante per gli Stati Membri della Unione Europea, che considera l’ambiente marino in un’ottica ecosistemica e si propone di diventare il pilastro ambientale della politica marittima dell’Unione Europea, ponendo agli Stati Membri l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 il buono stato ambientale (GES, “Good Environmental Status”) per le proprie acque marine.
Cellini ha ribadito come sia importante il monitoraggio ed ancora di più come i dati delle indagini a mare e la diffusione dei loro risultati debbano diventare pubblici per garantire a tutti la possibilità di usufruire delle informazioni che derivano dalle attività di studio e controllo svolte dalle 15 Agenzie costiere del nostro Paese.
Un patrimonio di conoscenza che deve essere diffuso, portato sul territorio e condiviso con le Istituzioni locali attraverso la banca dati italiana della strategia marina che contiene tutte le informazioni e i dati provenienti dal lavoro svolto da tutti i soggetti coinvolti nella prima fase di attuazione.
I dati hanno riguardato tutti gli ambiti di interesse della Strategia Marina: gli habitat, la biodiversità, la pesca, le reti trofiche, l’eutrofizzazione, l’integrità dei fondali marini, le condizioni idrografiche, la contaminazione chimica e la contaminazione dei prodotti destinati al consumo umano e i rifiuti marini, le microplastiche, etc. La mole dei dati interessati e la loro diversificazione, per il numero di soggetti e professionalità che sono state coinvolte a vario titolo, ha consentito di avere il “polso della situazione” sulle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche di questi ambienti, così come sulle pressioni che su di essi vengono esercitate.
I Programmi di Monitoraggio della Strategia Marina stanno consentendo, ha sottolineato Cellini, di colmare importanti gap conoscitivi con uno sforzo che non ha precedenti nella storia dello studio e monitoraggio dell’ambiente marino. Di fondamentale importanza, a questo punto, risulterà la nuova roadmap sul prossimo ciclo di monitoraggio 2020-2026.