Il fenomeno relativo a maltrattamenti di bambini a scuola fa, indiscutibilmente, statistica. Sempre più spesso si è costretti a registrare violenze psicologiche o fisiche a danno degli alunni in tutta Italia, eppure non si riesce a conferire ad esso la priorità dovuta, limitandosi a parlarne con l’ausilio di slogan ad effetto privi di efficacia”.
E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in relazione a quanto avvenuto nelle prime ore di stamani a Zungri, nel vibonese, dove i Carabinieri hanno notificato un’ordinanza dell’obbligo di dimora nel comune di residenza a due insegnanti della scuola primaria, per maltrattamenti nei confronti di alunni della prima elementare.
“Da troppi anni – prosegue il Garante – si parla di quest’onta sociale gettata da pochi su una professione che molti praticano con impegno e dedizione, in tv, sui giornali, alla radio.
Di fatto, niente si muove. Telecamere in classe od altri provvedimenti restano solo in aria, mentre l’emergenza si fa sempre più incalzante, rischiando di normalizzare il tutto per assuefazione, quand’invece non è normale, né accettabile, che il santuario dell’educazione dei bambini e degli adolescenti per eccellenza si trasformi in un incubo”.
Per Marziale, “è tempo di risposte, perché ogni genitore ha il diritto di sapere che i propri figli siano in un luogo sicuro, affidati a persone responsabili e non a gente che, ad accertamento dei fatti, la scuola dovrebbe soltanto avvicinarla col cannocchiale a decine di chilometri di distanza. La scuola merita fiducia – conclude il Garante – e tutti bisogna concorrere a stanare le poche mele marce che creano un danno d’immagine all’unica istituzione ancora in grado, sul territorio, di rappresentare il baluardo della legalità e della civiltà”.