Il 5 novembre 2018 inviai la seguente lettera a Regione, Provincia, Protezione Civile, Prefettura, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali:
“A seguito alla visita effettuata presso alcune imprese della provincia di Catanzaro, soprattutto dell’area Lametina, che hanno subito notevoli danni a causa del maltempo dei giorni scorsi, appare indifferibile la necessità di intervenire, così come concordato verbalmente con i presenti, a sostegno delle realtà imprenditoriali più colpite con interventi coordinati e funzionali da parte delle Istituzioni, delle Categoria economiche, delle forze sociali e sindacali del territorio.
A tal fine, senza alcuna volontà di assumere ruoli e competenze che non le appartengono ma per puro spirito di solidarietà e in ragione dell’azione di sussidiarietà che le compete, la Camera di Commercio di Catanzaro manifesta la disponibilità a farsi promotrice di un tavolo permanente di coordinamento affinché si mettano a fuoco gli interventi necessari per superare le immediate difficoltà e vengano programmate misure e azioni da intraprendere affinché tali tragedie non si ripetano. Sarà cura di questo Ente, acquisita la disponibilità dei destinatari della presente, organizzare, a breve, un primo incontro sul tema”.
Già allora avevo manifestato tutta la mia preoccupazione per il rischio idrogeologico del territorio che metteva a repentaglio le imprese e l’incolumità delle persone nella nostra provincia e cercato quindi di stimolare un intervento tempestivo per il futuro.
A quella lettera non seguì alcuna risposta se non quella positiva di Confagricoltura. Un anno dopo, un ulteriore sollecito del sottoscritto pubblicato anche dalla stampa, in cui avevo provato a richiamare le istituzioni ad una programmazione degli interventi anziché alla ben più dispendiosa e difficile gestione dell’emergenza, sortì lo stesso effetto: un altro appello nel vuoto.
Oggi, trascorsi due anni dalla prima missiva, apprendo con grande amarezza dalla pubblica denuncia del presidente Walter Placida che ancora una volta la furia del maltempo ha provocato seri danni alle imprese agricole del Lametino. Con profondo scoramento devo constatare che a determinare serie ricadute su imprese già fiaccate dall’emergenza sanitaria in corso, non sia stato il maltempo in sé, bensì l’incuria e l’incapacità istituzionale di programmare interventi atti a mitigare i rischi di cui tutti sono a conoscenza, nonostante tempo e strumenti fossero ampiamente a disposizione.