“L’intelligenza artificiale in sanità”. Parte da questo interessante argomento il percorso formativo del Corso di management medico avanzato e di politiche sanitarie organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catanzaro inaugurato lo scorso 28 giugno nella sala del Museo Marca di Catanzaro.
Giunto alla XIII edizione, il Corso – diretto dal dottor Lino Puzzonia – si articola in 8 moduli che si susseguiranno nell’arco di sei mesi per concludersi l’8 novembre nella Sala Convegni dell’Hotel Guglielmo.
Un appuntamento formativo, all’avanguardia in Italia, voluto con determinazione dal presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro, il dottor Vincenzo Ciconte.
Il presidente Ciconte, il direttore del corso Puzzonia, e l’intero consiglio direttivo hanno sempre sottolineato come attività di questo genere testimoniano la grande attenzione posta alla classe medica del territorio. Tra i presenti in occasione della lezione inaugurale anche il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera universitaria “Dulbecco” di Catanzaro, Simona Carbone e il direttore sanitario Domenico Perri, oltre che il direttore sanitario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Gallucci.
“Il corso di Management rappresenta un tratto distintivo dell’Ordine dei Medici di Catanzaro – ha esordito il presidente dell’Ordine dei Medici, Ciconte – arricchisce la professione medica con competenze in gestione, qualità della professione, umanizzazione della medicina e comunicazione. Siamo stati i primi a introdurre un corso di management, riconoscendo la necessità di supportare i professionisti medici in questi ambiti, soprattutto alla luce delle nuove normative. La professione medica, oltre le competenze scientifiche, ne richiede altre: manageriali, economiche e un approccio non burocratico che sia focalizzato sull’assistenza ai pazienti. La qualità della professione è cruciale per gli ordini professionali, dediti a proteggere i diritti pubblici dei cittadini e a salvaguardare la loro salute”.
“Affrontiamo la sfida dell’autonomia differenziata e lavoriamo per migliorare la performance della Calabria, attualmente tra gli ultimi posti per indicatori sanitari e formazione medica – ha aggiunto Ciconte -. Chiediamo un aiuto strutturato per crescere attraverso innovazione, tecnologia e sviluppo di strutture territoriali integrate con gli ospedali. Riteniamo che l’azienda unica sia necessaria per far crescere questo territorio – ha detto ancora il presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro -. Partendo dall’area centrale della Calabria, intendiamo espandere e migliorare l’intero sistema sanitario regionale, facendo emergere le eccellenze locali e creando nuove opportunità senza gelosie o conflitti, avanzando verso un futuro migliore”.
Parlando di intelligenza artificiale (IA) e del ruolo del medico, secondo monsignor Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano allo Ionio, e vice presidente CEI, emerge “una stretta connessione tra innovazione tecnologica ed etica. La Chiesa, attraverso le parole di Papa Francesco, sottolinea l’ambivalenza della IA: un’opportunità affascinante ma anche potenzialmente pericolosa. L’uso etico della IA deve essere basato sulla responsabilità e corresponsabilità, non solo sulla convenienza. L’intelligenza artificiale può portare significativi benefici in medicina, migliorando il trattamento e l’attenzione al paziente. Tuttavia, l’applicazione di IA richiede un attento bilanciamento tra i fini e i mezzi, considerando l’etica della responsabilità”, ha detto ancora il vescovo di Cassano che ha anche espresso preoccupazione per l’Autonomia differenziata.
“L’autonomia differenziata delle regioni, sancita dalla Costituzione, solleva preoccupazioni. La paura è che questo modello possa aumentare le disuguaglianze, generando ingiustizie formali e sostanziali, e aggravando la povertà – ha detto ancora Savino -. Il diritto alla salute, basato su universalità, giustizia ed equità, è minacciato. Oggi ci sono gravi contraddizioni nel sistema sanitario nazionale, con molte persone che non possono permettersi le cure necessarie. Questo problema è evidenziato dalle richieste di aiuto alle Caritas. È cruciale riorganizzare il sistema sanitario per garantire equità e giustizia, soprattutto per le persone più vulnerabili. Bisogna fermarsi, riflettere e lavorare per una sanità che assicuri a tutti, indipendentemente dalla loro condizione economica, l’accesso alle cure necessarie”.
La seconda relazione della mattinata è stata affidata al professor Giovanni Scambia, direttore scientifico del “Policlinico Gemelli” che ha parlato dell’uso dell’Intelligenza artificiale. “L’uso della IA in medicina è essenziale per trattare e analizzare i dati in modo efficace. Un esempio significativo è la genomica, dove il sequenziamento del genoma è diventato molto più rapido ed economico rispetto al passato. Questo ha portato all’accumulo di dati enormi, che possono essere analizzati per ottenere informazioni utili – ha spiegato -. L’intelligenza artificiale ha il potenziale di rivoluzionare la medicina rendendo il lavoro più efficiente e permettendo di gestire e analizzare dati complessi in modo più efficace. Tuttavia, è fondamentale considerare sia le opportunità che i rischi associati all’uso della IA, assicurandosi che venga applicata in modo etico e responsabile”.
Tra gli interventi, quello del dottor Filippo Anelli, presidente FNOMCeO. “Oggi abbiamo circa 40.000 medici italiani all’estero, con una media di 1.500-2.000 medici che lasciano il Paese ogni anno. È necessario attuare una strategia per incentivare il ritorno dei nostri giovani medici, piuttosto che cercare professionisti all’estero. Dobbiamo rendere il sistema più attraente, intervenendo sui tetti di spesa e migliorando le condizioni lavorative e retributive – ha detto Anelli -. Dopo il 2030 avremo un surplus di medici, per cui è fondamentale rendere la professione più attrattiva. La spesa per la sanità è ferma al 2004; serve un aumento del 15% per migliorare l’occupazione e le condizioni di lavoro. La defiscalizzazione delle prestazioni aggiuntive è una strada giusta, ma va ampliata e non limitata da norme contrattuali.
Anche Anelli si è soffermato sull’entrata in vigore dell’autonomia differenziata che “ha già creato disparità in sanità tra le regioni. Temiamo che ulteriori regionalizzazioni dei contratti peggiorino la situazione, portando più medici a lavorare fuori dalle regioni meno ricche. Le preoccupazioni non sono ideologiche, ma reali: vogliamo risposte concrete per garantire equità e uguaglianza nel sistema sanitario nazionale”.
A concludere i lavori della prima giornata della XIII edizione del Corso di Management avanzato dottor Roberto Monaco, presidente COGEAPS. “Siamo un milione e quattrocentomila professionisti, un vero esercito, determinato a vincere la guerra contro la malattia e a offrire serenità alle persone vulnerabili che si affidano a noi. Il Presidente ha sottolineato il ruolo cruciale del medico, conferendoci non solo un ruolo di leadership nella cura, ma anche una grande responsabilità – ha detto ancora -. Per adempiere a questo compito, abbiamo bisogno di strumenti adeguati, tra cui la formazione continua. Il corso che organizzate è un esempio eccellente, con un programma di mesi che non solo è ben strutturato ma anche efficace nel fornire crediti formativi concreti. Questi crediti non sono meri requisiti formali, ma valorizzano veramente la nostra professione. Essere medici richiede anni di studio, dai 9 agli 11 anni, a seconda della specializzazione, e la formazione non si ferma mai. Studiamo tutta la vita per garantire ai cittadini il miglior supporto possibile, tutelando i principi della Costituzione italiana. Siamo un gruppo di professionisti altamente dedicati e formati, ma riconosciamo la necessità di migliorare continuamente la formazione per rispondere alle sfide della nostra professione e garantire un servizio di qualità ai cittadini”.