Creare lavoro vero e stabile. E’ questa la sfida che la Regione Calabria affronta quotidianamente nella consapevolezza che, da un lato, dobbiamo guardare ai giovani offrendo loro l’opportunità di non trasferire altrove professionalità e competenze, e dall’altro dobbiamo accompagnare i più deboli, gli adulti fuori dai percorsi lavorativi e quella fascia di precariato storico verso la stabilizzazione. Precariato che abbiamo ereditato da altri e su cui nessuno può fare propaganda perché sulla pelle dei lavoratori, dei giovani e delle fasce più deboli non si scherza”.
E’ determinata e diretta l’assessore regionale al Lavoro e Welfare, Angela Robbe, intervenendo a Cortale al convegno dedicato al tema “Piani locali per il Lavoro, un nuovo modello di sviluppo locale”, organizzato dal sindaco Franco Scalfaro, alla presenza del sindaco di San Pietro a Maida Pietro Putame, del presidente del GAL Serre Calabresi Marziale Battaglia, per raccontare esperienze e prospettive legate all’attuazione dei Piani locali per il lavoro in questo territorio.
A relazionare sulle esperienze del PLL “Terra tra i due Mari”, raccontando le prospettive di un nuovo modello di sviluppo, Cosimo Cuomo, dirigente della Regione Calabria Dipartimento 7 ed i giovani beneficiari (a coordinare i lavori Carolina Scicchitano, responsabile del procedimento del PLL “Terra tra i due Mari”,).
“I Piani Locali per il Lavoro sono strumenti di attuazione delle politiche attive del lavoro favoriscono interventi per occupazione e generano efficienza competitività buona occupazione e potenziamento dei sistemi produttivi, intercettando le potenzialità del territorio, – spiega l’assessore Robbe -.
Percorsi su cui puntare per creare occasioni di lavoro stabile che aiutano le imprese ad aumentare i fatturati e consentono la crescita della Calabria più veloce delle altre regioni del mezzogiorno, come ci dicono i dati Svimez pubblicati nei giorni scorsi. Il lavoro non si crea per decreto, si costruisce mettendo in moto percorsi e le intelligenze dei tanti giovani altamente qualificati della nostra Regione, definendo quello ciò che gli Enti locali, le istituzioni, il Governo, la scuola, gli imprenditori devono fare in maniera coordinata. I Piani locali per il Lavoro hanno dimostrato di essere uno strumento valido e fondamentale.
Per anni – dice ancora Robbe – abbiamo vissuto nella convinzione che tutto dovesse cambiare affinché restasse uguale. E questo perché, a furia di ripeterci che non c’è lavoro, ci stavano convincendo che era così, adeguandoci ad un modello assistenziale che è lo stesso a cui siamo stati condannati dagli anni ’50.
L’attuazione delle politiche attive del lavoro scardina questo circolo vizioso, mette in rete istituzioni e le imprese capaci di stare sul mercato per accompagnare e sostenere processi anche organizzativi corretti, che partono dal basso e coinvolgono tutti i soggetti dei territori che sono capaci di creare occupazione vera. Questo non significa creare lavoro per tutti in tempi rapidi, ma sicuramente significa aver imboccato una strada nuova”.
“Non possiamo pensare e dare la sensazione –conclude l’assessore Robbe– di vivere in una regione perduta, non è così: raccontiamo quello che c’è di positivo in questa terra, a partire dall’entusiasmo, dalla preparazione e dalle idee dei nostri giovani e ricostruiamo la fiducia”.