L’arrivo della tempesta Ciara spacca l’Europa in due con il maltempo che sta devastando il Nord mentre nel Mediterraneo si soffre la siccità in un inverno che ha fatto registrare fino ad ora nel Vecchio Continente temperature di 3,1 gradi superiori la media di riferimento (1981 -2010). E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sulla base dei dati del Copernicus Climate Change Service relativi ai mesi di dicembre e gennaio.

 

Se nei Paesi del Nord si affrontano i danni provocati dalle bufere di vento e pioggia in Italia – sottolinea la Coldiretti – si fanno i conti con l’allarme siccità con Puglia e Basilicata a destare le maggiori preoccupazioni per la carenza di risorse idriche. In Puglia – continua la Coldiretti – la disponibilità e addirittura dimezzata in 12 mesi con circa 140 milioni di metri cubi contro i 280 di un anno fa secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Anbi mentre in Basilicata manca all’appello circa 2/3 delle risorse idriche disponibili rispetto a Febbraio 2019 ed oggi sono pari a 257 milioni di metri cubi, ovvero 162 milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

Una emergenza che – precisa la Coldiretti – è stata al centro di un incontro della Coldiretti lucana perché rappresenta un grave pericolo per l’agricoltura di qualità dell’intero territorio provinciale ed in particolare del metapontino, quale zona maggiormente vocata alla produzione di colture frutticole e orticole.

Ma difficoltà – continua la Coldiretti – si registrano anche in certe zone del Molise per i terreni secchi seminati a cereali mentre in Sardegna il Consorzio di Bonifica di Oristano hanno addirittura predisposto a tempo di record l’attivazione degli impianti per l’irrigazione che permetteranno già dal prossimo martedì di garantire acqua ai distretti colpiti dalle grave siccità a causa della mancanza di piogge a seguito alle segnalazioni relative alle colture in sofferenza per il perdurare dell’assenza di precipitazioni.

La natura è in tilt e a macchia di leopardo lungo la Penisola dove – riferisce la Coldiretti – si sono verificate fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Sicilia e Sardegna dove inizia a sbocciare anche qualche pianta da frutto, ma in Abruzzo sono in fase di risveglio, con un anticipo di circa un mese, gli alberi di susine, pesche mentre gli albicocchi in Emilia e in Puglia hanno già le gemme che si stanno addirittura aprendo nei noccioleti del Piemonte.

Un clima pazzo che non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna ma espone le piante anche al rischio di gelate nel caso di brusco abbassamento delle temperature con conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno.

 

L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.

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