La plastic tax colpisce 2/3 della spesa a tavola delle famiglie e rischia di penalizzare a cascata l’intera filiera agroalimentare dove si concentra il 76% degli imballaggi in plastica. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’ultima proposta fiscale contenuta nella manovra del Governo che rischia di colpire settori produttivi determinanti del Made in Italy dal latte alla carne, dalla frutta alla verdura che ha registrato il boom della quarta gamma con le insalate pronte in busta consumate da quasi 20 milioni di famiglie italiane, evidenzia la Coldiretti su dati Ismea.
“L’obiettivo di riduzione della plastica va perseguito nell’ottica di una visione strategica di ampio respiro con incentivi premianti per lo sviluppo e la ricerca piuttosto che con misure punitive soprattutto perché per alcune categorie di prodotto non ci sono al momento alternative” spiega il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “cosi come impostata favorisce di fatto chi produce all’estero e vende in Italia”.
Con la plastic tax – aggiunge Prandini – esiste peraltro il rischio evidente che il costo venga scaricato sugli anelli più deboli della filiera: da una parte sugli agricoltori ai quali verrà chiesto di ridurre ulteriormente i margini di reddito e dall’altra la tassa andrà a colpire i consumatori finali e l’alimentare che è la principale voce di spesa delle famiglie con 244 miliardi di euro all’anno”.
Senza dimenticare che – conclude Prandini – le più colpite in proporzione dagli effetti sui prezzi al consumo della plastic tax sarebbero proprio le fasce più povere della popolazione, che spendono in percentuale una quota maggiore del proprio reddito per i consumi primari come l’alimentazione.