«E’ un dato davvero allarmante quello che è stato diffuso durante gli scorsi giorni da Eurostat sull’occupazione dei neo laureati calabresi dopo tre anni dal conseguimento del titolo. La nostra Regione si piazza all’ultimo posto della classifica europea: solo il 37,2% dei neo laureati trova lavoro a fronte del 59,5% della media italiana e dell’81,5% medio dell’Unione. Numeri che evidenziano una vera e propria emergenza che più volte ho segnalato durante l’ultima campagna elettorale».
Lo sostiene il consigliere regionale del Pd Nicola Irto che esprime grande preoccupazione per dei dati che potrebbero mettere in crisi il sistema universitario regionale e fare aumentare ancora il numero dei giovani calabresi che lascerà il territorio non solo per lavorare fuori Regione, ma anche per avviare il proprio percorso di studi.
«Se il dato sull’occupazione a breve termine sull’occupazione dei laureati calabresi – prosegue Irto – si incrocia con quello del calo delle iscrizioni nelle Università della nostra Regione, ci si trova davanti ad uno scenario per nulla confortante. Il rischio è che oltre al grande numero di giovani che lascia la Calabria per trovare lavoro dopo la laurea, ci si trovi a una nuova emigrazione di massa di chi, sapendo di non potere trovare sbocchi, decide già di avviare il percorso universitario in altri Atenei italiani o europei».
«Si tratta di una tendenza che deve essere subito invertita – conclude Nicola Irto – Il Consiglio regionale appena eletto e il nuovo governo regionale dovranno subito mettersi al lavoro per una seria riforma del rapporto tra Università e Regione e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per avvicinare il mondo degli Atenei calabresi con quello del lavoro, coinvolgendo imprese e Pubbliche Amministrazioni. Non possiamo permetterci di vedere ancora impoverito il nostro tessuto sociale e dobbiamo fare in modo che l’offerta formativa delle nostre Università, spesso anche di altissimo livello, offra sbocchi concreti e immediati agli studenti meritevoli che completano il percorso di laurea sul nostro territorio. E, a tal proposito, va espresso un ringraziamento sentito agli Atenei calabresi, ai professori e a tutti i dipendenti che vi operano, per lo sforzo profuso durante gli ultimi anni. Uno sforzo che ha consentito di elevare sia l’offerta formativa, che l’attività di ricerca. Serve adesso che le nostre Università possano trovare un’adeguata risposta e un pari impegno da parte delle Istituzioni e della politica in modo da avviare un circolo virtuoso che ci metta in grado di affrontare le sfide del futuro».