Qual era lo stato dell’arte della Sanità al momento del suo insediamento a dicembre scorso, con riferimento ai numeri dei posti letto di Terapia Intensiva e di Terapia Sub-intensiva in regione? E a che punto è il famoso “piano anti Covid”?”.
Sono alcune delle domande poste al commissario regionale alla Sanità, Guido Longo da Nicola Irto, consigliere regionale del Partito democratico e candidato alla presidenza della Regione Calabria, intervenendo oggi in aula a Palazzo Campanella alla presenza dello stesso responsabile della Sanità calabrese.
“Vorremmo inoltre sapere”, ha proseguito Irto, “a quanto ammontano gli stanziamenti pervenuti dal Governo centrale alla Regione Calabria, a vario titolo, per l’emergenza Covid e come sono stati spesi o impegnati. E sulle vaccinazioni: al netto degli annunci spot e delle televendite, la Calabria è la peggior regione italiana per dosi somministrate in rapporto alla popolazione. Molte delle problematiche che stanno causando rallentamenti al piano vaccinale e più in generale alla macchina organizzativa, – ha evidenziato Irto – sono dovuti alla carenza di dosi e alla poca chiarezza sul fronte dell’approvvigionamento. Sappiamo che nei prossimi giorni è in programma un incremento in tal senso. Può dirci quali sono le scadenze previste e il piano di distribuzione sul territorio? Come si pensa di somministrarle nel più breve tempo possibile?”.
“Abbiamo pieno e assoluto rispetto della sua persona e del suo ruolo”, ha poi aggiunto Irto rivolgendosi al commissario Longo, “e l’abbiamo apprezzata come uomo di legge e come espressione alta delle istituzioni dello Stato, ma un generale senza esercito non può vincere la guerra. Così com’è necessario che una risposta arrivi dal presidente facente funzioni Spirlì e dalla sua Giunta su temi strettamente connessi alla gestione dell’emergenza Covid e più in generale alla gestione del Servizio Sanitario Regionale.
A cominciare dalla mancata approvazione, in diverse aziende, o alla ormai inattualità, degli Atti aziendali, passando per la rete ospedaliera cannibalizzata dalle gestioni del passato, a cui non solo dobbiamo il commissariamento della sanità calabrese, ma anche i provvedimenti che hanno avviato lo smantellamento di presidi da Trebisacce, Cariati, Praia a Mare, Amantea fino a Siderno o Oppido.
Ospedali che oggi devono essere riaperti come presidi di prossimità o come strutture di zona disagiata. Stessa sorte che non vorrei fosse riservata ai fondi Invitalia specifici per i nuovi ospedali che devono nascere in Calabria: il governo regionale si sta occupando di monitorare la situazione? Sta marcando stretta Invitalia affinché quei fondi siano finalmente disponibili? Non lo sappiamo, anche di questo argomento non se ne parla né qui, né tantomeno sui giornali. Su questi e su molti altri temi aperti per la Sanità calabrese non si può attendere che la regione torni al voto, ma urgono interventi immediati e concreti”.