Daniele Rossi

L’inibizione di un anno comminata al presidente dell’Us Catanzaro 1929 ing. Floriano Noto appare un provvedimento assurdamente punitivo e certamente sproporzionato. La conoscenza personale pluriennale, l’amicizia che mi lega a Floriano mi impediscono di credere al profilo che di lui è stato tracciato dalle motivazioni all’inibizione: proprio per questo motivo, quindi, ritengo il provvedimento enorme e non giustificato.

A scriverlo in una nota diffusa alla stampa è Daniele Rossi, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, in merito a quanto avvenuto dopo la gara di ritorno valida per i play-off di Lega Pro tra Catanzaro e Feralpi Salò.

 

«Al di là, però, della valutazione personale – prosegue Rossi -, ce n’è una istituzionale che deve essere fatta su quanto occorso al presidente Noto e quindi al gruppo imprenditoriale che, con coraggio e voglia, ha scelto di investire nel calcio a Catanzaro. Se infatti la presenza del gruppo Noto conferisce incredibile solidità all’intero progetto sportivo che ruota attorno ai giallorossi, altrettanto si può dire dell’effetto sull’intero sistema federale: in Lega Pro, imprenditori come il gruppo Noto sono un lusso che in pochi possono permettersi e che servono all’intero comparto per crescere in affidabilità e credibilità. Colpire con tale aggressività Floriano Noto è quindi come minare la credibilità stessa della Lega Pro».

Alle parole del presidente Rossi, fanno eco i componenti della Giunta e del Consiglio dell’Ente camerale, organo, quest’ultimo, di cui lo stesso Noto è componente:

«Il calcio – scrivono – per la nostra città ha sempre rappresentato un potenziale veicolo di evoluzione economica e soprattutto sociale. Tanto che l’effetto che l’entusiasmante stagione delle Aquile ha avuto in città è stato tangibile. E lo sarebbe stato ancora di più se fosse arrivata la tanto attesa promozione in Serie B. Ahinoi, lo sport non è una scienza esatta e tante piccole variabili possono determinare la differenza tra successo e sconfitta. Su tali variabili sportive non è certo possibile influire né tanto meno utile recriminare. Ma sulle variabili che appaiono più politiche che sportive, riteniamo sia obbligatorio chiedere con forza il massimo rispetto per la città, per la provincia, per gli imprenditori e per le istituzioni del territorio».

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