“Abbiamo letto della volontà del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, di venire in Calabria in visita ufficiale il prossimo mese di settembre. E’ un’intenzione sicuramente positiva perché è sempre un bene che un rappresentante del Governo nazionale arrivi in una terra periferica e marginalizzata come la nostra. E’ un buon punto di partenza ma chiaramente non basta. Non è certo un elemento di discontinuità rispetto ai governi precedenti, di tutti i colori politici, che si sono susseguiti negli ultimi trent’anni alla guida dell’Italia e che sono sempre stati accolti in Calabria, come si suol dire, in pompa magna. I risultati, però, sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in termini di ritardi strutturali e di sottosviluppo del Mezzogiorno e della Calabria in particolare rispetto al resto del Paese”.
È quanto dichiara il presidente di Ance Calabria, Francesco Berna, che prosegue: “Il ministro Toninelli sarà dunque il benvenuto ma nella consapevolezza della situazione gravissima, ai limiti del collasso economico e sociale, in cui versa la nostra terra. Dopo anni di passerelle, sopralluoghi, convegni, annunci, se questo è davvero il ‘governo del cambiamento’, allora ci aspettiamo provvedimenti concreti e operativi che vanno messi in cantiere con assoluta urgenza”.
“La Calabria e il Sud – prosegue Berna – hanno bisogno di decisioni rivoluzionarie. Innanzitutto, occorrono più risorse, molte più risorse, perché è drammaticamente evidente che il Mezzogiorno è stato dimenticato e sfruttato dallo Stato, che continua a destinare gran parte delle proprie risorse ordinarie al Centro-Nord, riservando alle nostre regioni solo le risorse straordinarie messe a disposizione dall’UE per colmare il ritardo di sviluppo. Questa è una gravissima responsabilità delle classi politiche che si sono susseguite alla guida del Paese e che hanno affossato il Sud, perché tali risorse della programmazione comunitaria devono essere aggiuntive e non sostitutive di quelle del bilancio ordinario dello Stato. Il ministro Toninelli deve occuparsi soprattutto di questo, cioè impegnarsi al riequilibrio delle risorse ordinarie destinate agli investimenti a favore del Sud se vuole garantire le infrastrutture indispensabili per la crescita e lo sviluppo economico del Mezzogiorno “.
Il presidente di Ance Calabria continua: “Ma forse, è ancora più importante, la rivoluzione delle procedure burocratiche vigenti in questo Paese. Lacci e lacciuoli che legano il Paese e che costano ogni anno circa 60 miliardi di euro di opere paralizzate. Un costo insostenibile che sta affossando l’Italia e distruggendo il sistema economico del comparto delle costruzioni. Se il Governo ha a cuore l’economia sana del Paese non può fare a meno di lavorare per snellire gli iter e ridurre i tempi di progettazione, di affidamento e gli ormai tristemente noti ‘tempi di attraversamento’, che di fatto impediscono la realizzazione delle opere o portano al completamento degli appalti quando ormai i progetti sono vecchi e superati, in parole povere deve essere riscritto urgentemente il Codice degli Appalti che si è rivelato un fallimento”.
“Infine – conclude Francesco Berna – chiediamo al ministro Toninelli, con il quale siamo disponibili ad avviare un’interlocuzione franca, schietta e diretta, di chiarire qual è la posizione del Governo sulla più grande e importante opera mai pensata per il Mezzogiorno e, in particolare, per Calabria e Sicilia: il ponte sullo Stretto. Da qui a settembre avrà certamente tempo e modo di approfondire tutti gli aspetti, senza posizioni preconcette o pregiudiziali su una grandissima infrastruttura in grado di cambiare davvero il volto della nostra terra. Noi siamo a favore del Ponte, lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo, perché siamo convinti che possa essere il grande volano di sviluppo di cui l’Italia e il Sud hanno bisogno per intraprendere la strada della crescita del PIL e per creare velocemente posti di lavoro nel settore dell’edilizia cosa di cui la Calabria ha drammaticamente bisogno”.