“Non c’è solo un modo per leggere i miei lavori, ma vorrei che le mie opere fossero riconosciute piuttosto che capite e riconosciute come qualcosa di familiare”. Da Torino a Catanzaro, passando da New York dove vive e opera, un emozionato Davide Balliano presenta Building Body, la prima mostra personale istituzionale in Italia, realizzata in collaborazione con la galleria Luce Gallery di Torino, la Fondazione Rocco Guglielmo e l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro.
Il Museo di Arte contemporanea dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro taglia nuovi importanti traguardi artistici mantenendo elevato il livello di qualità ed entusiasmo culturale che proietta da tempo la struttura museale ben oltre i confini nazionali. Con la Personale Davide Balliano trova spazio nei prestigiosi locali del MARCA una ricerca raffinata, un viaggio lungo la sottile linea di demarcazione tra pittura e scultura, con cui l’artista affronta temi esistenziali come l’identità dell’uomo nell’era della tecnica e il suo rapporto con il sublime, attraverso un linguaggio austero e minimale di geometrie astratte in forte dialogo con l’architettura.
All’inaugurazione della mostra con il presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, e il direttore artistico Guglielmo, il direttore della Luce Gallery di Torino Nikola Cernetic.
“Prosegue, quindi, la riuscita serie delle esplorazioni artistiche che hanno fatto del Museo un luogo aperto al confronto con un pubblico curioso e attento, affascinato e coinvolto dalle riflessioni suscitate nelle sale ampie che diventano una finestra sul mondo e sul tempo senza dimensione, offrendo al visitatore sempre e comunque un’altra prospettiva – afferma il presidente Bruno -. La sfida che abbiamo raccolto ormai tre anni, assieme al direttore artistico Rocco Guglielmo e alla sua Fondazione, è di mantenere l’alto livello qualitativo dell’offerta culturale e artistica, e trattandosi di un’istituzione pubblica legandola maggiormente al territorio, dando anche spazio e voce ai talenti e alla cultura locale. Talenti che crescono grazie alle mostre e agli eventi di calibro internazionale come quella di Davide Balliano, che si aggiunge alle personali di Marco Petrus, di Turi Simeti, giusto per citare qualche esempio che appartiene al recentissimo passato”.
Le forme minimaliste, l’affascinante austerità delle opere di Balliano rappresentano dell’ennesima dimostrazione del fatto che “la sinergia con la Fondazione Guglielmo ci ha permesso di mantenere il percorso culturale sin qui condotto, sperimentando la riuscita di un ambito di collaborazione pubblico-privata per alcuni versi inedito con l’unico scopo di perseguire la mission della promozione culturale. Il nostro impegno resta quello di mantenere e valorizzare il nostro sistema museale che vede il MARCA al centro di questo straordinario universo culturale”.
E per il direttore artistico del Museo di Arte contemporanea della Provincia di Catanzaro, nonché presidente dell’omonima Fondazione, quella di Balliano è “una mostra raffinata e vigorosa, come lo è il lavoro di Davide. La parte grafica del suo lavoro è una forma di scrittura preliminare sottoposta durante le fasi di composizione a una progressiva alterazione, che agisce mediante la parziale erosione dei margini delle geometrie, l’irruzione di sgocciolature, graffi e dettagli irregolari. Questa mostra sancisce la ripresa dell’attività del nostro Museo che in autunno riserva ancora tante belle sorprese, dopo aver lavorato tanto per la rinascita culturale di Catanzaro e fatto di queste stanze espositive un luogo da vivere nel quotidiano”.
In Balliano opera la consapevolezza di una rinuncia a un’interpretazione strettamente razionalista della pittura ed in questo distacco si comprende la sua lontananza dalla fede nei principi della letteralità propria della grammatica del modernismo astratto del ventesimo secolo.
E’ la matrice genetica della sua pittura a ricercare allusioni tridimensionali, mediante irregolarità, stesure di colore molteplici e stratificazioni di materiali eterogenei. Due elementi sintattici dominano così la sua azione pittorica, l’impostazione formale e la sua dissoluzione, il canone del modello geometrico e la sua negazione, come un’eresia che annulli ogni volta daccapo la possibilità di giungere a un dogma definitivo.
La mostra rimarrà aperta fino all’11 novembre.