Si è conclusa domenica 29 settembre la seconda edizione del Fiumicino Film Festival, la kermesse cinematografica che ha scelto il viaggio come filo conduttore di tutte le opere presentate. Per l’edizione 2019, gli organizzatori hanno chiamato a realizzare i premi, assegnati per il miglior film, la miglior regia, la miglior interpretazione, il miglior documentario, il miglior cortometraggio e il miglior lungometraggio, Massimo Sirelli, artista calabrese il cui nome è ormai noto non solo tra gli addetti ai lavori.
E in pieno stile “sirelliano”, i premi realizzati dall’artista non potevano che nascere da oggetti indissolubilmente legati al cinema e alla sua storia come i contenitori per le pellicole cinematografiche. Sempre meno utilizzati oggi che il digitale ha preso il sopravvento, le “pizze” hanno trovato nuova vita nei premi disegnati e costruiti da Sirelli, diventando dei robot antropomorfi: «Il recupero dei vecchi oggetti ormai non più utilizzati – ha spiegato l’artista – è esercizio indispensabile per mantenere la memoria di ciò che è stato. E la memoria di ciò che è stato è continua fonte di ispirazione per ciò che sarà, ecco perché amo ridare vita agli oggetti ormai superati. Nel caso dei premi per il Fiumicino Film Festival, a proposito di viaggio, mi sembrava giusto fare un riferimento proprio al viaggio nella memoria, a quando i contenitori per le pellicole cinematografiche rappresentavano l’arrivo in città di qualcosa di magico, di un momento fantastico per grandi e piccini ed è così che sono nati i robot-premi per il festival. Voglio quindi ringraziare il direttore Giampiero Petrosa e il direttore artistico Marco Simon Puccioni per aver scelto me e il mio lavoro per dare forma ai premi del Fiumicino Film Festival».
Hanno portato a casa i robot di Sirelli anche le attrici Claudia Gerini, Maria De Medeiros e Daniela Poggi, vincitrici del “Premio Leonardo Da Vinci” per essersi avventurate, come artiste, in un viaggio alla ricerca di nuove storie e nuove culture.
A portare a casa le opere d’arte di Sirelli, poi sono stati: “Styx” di Wolgang Fischer (miglior film), Costanza Quatriglio (miglior regia per “Sembra mio figlio”), Kalil Kone e Anastasya Boagach (miglior interpretazione per “Fiore Gemello” di Laura Luchetti), “Arcipelago” di Giulio Squillacciotti e Camilla Insom (miglior documentario), “Elephant bird” di Massoud Soheili (miglior corto), “The cage” di Davide Petrosino (miglior regia di un cortometraggio) e “She fights” di Nicola Martini con Donatella Finocchiaro (premio della giuria).