Dopo l’annuncio di un imminente decreto del governo sull’emergenza sanitaria della Calabria, la terza commissione del Consiglio regionale ha deciso di discutere la nostra proposta di legge sul riassetto delle aziende del Servizio sanitario calabrese. Registriamo un tempismo più unico che raro, che rivela la volontà dei consiglieri regionali di mantenere in piedi il rovinoso sistema di potere e di consentire al governatore regionale, Mario Oliverio, di nominare altri commissari aziendali».
Lo affermano, in una nota, i parlamentari del Movimento Cinque Stelle Francesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito, Bianca Laura Granato, Paolo Parentela e Dalila Nesci, che spiegano: «Come ricordava Totò, “ccà nisciuno è fesso”. La mossa dei consiglieri regionali è dettata dall’esigenza di creare nuove aziende, in modo da sfruttare la norma che permette al presidente della Regione di nominarne i vertici nella fase transitoria. Il Consiglio regionale ha ignorato per quasi tre anni il nostro disegno di legge di iniziativa popolare, per il quale abbiamo raccolto oltre 5mila firme.
Poi ha fuso il policlinico universitario e l’ospedale di Catanzaro con una legge indecente, che rinvia a un momento successivo la ricognizione degli aspetti patrimoniali delle due aziende catanzaresi, aventi differente natura giuridica. Ciò apre, tra l’altro, a forzature sulla ripartizione dei primariati e favorisce pensionamenti d’oro».
«Fatta la frittata, il Consiglio regionale – proseguono i parlamentari 5stelle – corre ai ripari e con questo trucco da bisca spera di preservare la gestione politicizzata delle aziende del Servizio sanitario della Calabria. La nostra sanità ha un fondo annuale di 3miliardi e mezzo, una torta troppo grande per rinunciarvi, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali. I vecchi partiti intendono allungare i tentacoli politici su contratti, incarichi e collocazioni in ambito sanitario». «Si preannuncia – concludono i parlamentari 5stelle – una lotta durissima. Coinvolgeremo la società civile e tutti i calabresi stanchi di subire gli imbrogli politici dei furbetti dei palazzi regionali, cui non importa della tutela della salute».