“Fiumi di denaro per la Sanità, ma i risultati non si vedono. Grave ed emblematica è la situazione del 118”.
Lo denuncia l’associazione culturale “Calabria Jonio-Tirreno” che opera nel territorio delle Preserre chiaravallesi. “L’Italia – è scritto in una nota – avrebbe speso, in due anni, 4,3 miliardi per l’acquisto di dispositivi di protezione (DPI), anticorpi monoclonali, fiale remdesivir, gel, siringhe, tamponi, ventilatori, monitor, software e 3,2 miliardi di euro per l’acquisto dei vaccini. Numeri forniti dagli esperti dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica. La stessa stima quantifica in 19 miliardi di euro la spesa complessiva per la Sanità dall’inizio dell’emergenza. Per non parlare degli inutili banchi a rotelle per le scuole: oltre 300 milioni di euro. Soldi che, evidentemente, hanno inciso pochissimo sulle deficienze strutturali del sistema, soprattutto nelle regioni commissariate come la Calabria”. “Fa rabbia – sottolinea il sodalizio – l’idea che, a fronte di questa mobilitazione enorme di risorse, si continui a non avere servizi adeguati sul territorio. Emblematica la situazione del 118, senza medici e infermieri, per come denunciato ieri da un assessore del Comune di Chiaravalle Centrale.
Un mezzo di soccorso essenziale, senza un numero sufficiente di figure sanitarie a disposizione per garantire una risposta immediata salva-vita. Eppure, nessun parlamentare interviene, nessun consigliere regionale dice la sua. Tutti impegnati a far quadrare i loro interessi personali sulle candidature di settembre. Come al solito. La sanità arranca e l’esperienza del Covid non ha insegnato nulla. E i cittadini? Muti e rassegnati anche loro. Hanno perso tutti le speranze…”.
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