il presidente della Regione Mario Oliverio parteciperà a Tarsia, all’ex Campo di internamento di Ferramonti, alla ricorrenza della Festa della Liberazione. Farà anche visita al vicino cantiere dov’è in costruzione il Cimitero internazionale dei Migranti, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione, sostenuta e finanziata dall’Amministrazione regionale.
Oliverio ha accolto l’invito del sindaco di Tarsia Roberto Ameruso e del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli e promotore del Cimitero dei Migranti la cui realizzazione lotta ininterrottamente da 5 anni e mezzo, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013.Il programma della giornata del 25 Aprile prevede l’arrivo del presidente Oliverio a Ferramonti di Tarsia per le ore 10,30, la visita al del Cimitero internazionale dei Migranti e la tradizionale cerimonia all’ex Campo di Ferramonti.
Il 25 Aprile di quest’anno segna una giornata storica proprio per l’avvio dei lavori della grande opera che darà dignità alle vittime dei tragici naufragi e che il mondo, il Vaticano e la famiglia del piccolo Alan Kurdi, a cui il Cimitero dei Migranti sarà intitolato, apprezza.La presenza di Oliverio è, in questo particolare, delicato e difficile momento storico, un messaggio forte e significativo per il Paese e per il mondo. Con questa grande opera di civiltà, finanziata dalla Regione, si mostra al mondo il volto vero, solidale, accogliente della Calabria e dell’Italia.Il Cimitero dei Migranti sarà realizzato e consegnato all’Umanità e alla Storia. Sorgerà in un luogo bello e fortemente simbolico, di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, vicino l’ex Campo di concentramento fascista di Ferramonti, il più grande d’Italia, luogo di prigionia ma anche di grande umanità dove, durante la guerra, nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza.Questa grande opera universale cancellerà la disumanità di quei corpi, uomini, donne e bambini, quasi tutti senza nome, vittime dei naufragi, che vengono sepolti, con un semplice numerino, in tanti piccoli sperduti cimiteri e che di fatto ne cancellano in questo modo ogni loro ricordo.