Ieri ho partecipato a Guardavalle, in provincia di Catanzaro, alla “Festa della Trebbiatura”, la celebrazione di una delle usanze tra le più belle e caratteristiche per i coltivatori di grano.
E’ stato un tuffo nel passato, in una Calabria operosa e produttiva che ha basato da sempre la propria vita su un rapporto diretto con la natura. Nell’occasione ho potuto apprezzare da vicino la passione di un tessuto imprenditoriale che nel territorio del basso Ionio si sta impegnando nella riscoperta dell’antica tradizione calabrese della raccolta e lavorazione del grano, ma in chiave moderna, accostando ad essa la ricerca sui grani antichi di qualità, a cominciare dal “Senatore Cappelli”.
Un grano ricco di gusto, con una quantità di zuccheri più bassa rispetto a quella contenuta nei grani moderni, più digeribile e che ben si presta a una coltivazione biologica poiché non sopporta una concimazione eccessiva. La storia di Mario Squillacioti e della sua famiglia mi ha emozionato: la loro voglia di fare, la loro dedizione al sacrificio, la capacità di dare vita con mezzi propri ad un nuovo mulino per la lavorazione di grani antichi superiori.
In un momento storico in cui le tensioni geopolitiche stanno facendo emergere con evidenza la dipendenza del mondo dalle poche nazioni produttrici ed è costante l’aumento del costo del cibo e delle materie prime, esperienze di questo tipo non possono, dunque, che essere accolte con stima e favore. La nascita di un nuovo mulino e lo sviluppo di una nuova filiera territoriale rappresentano per l’indotto e per l’intero comprensorio un ambizioso progetto che punta sull’affermazione del Made in Italy e, in questo caso, del Made in Calabria di qualità.
Progetto che nasce in contrapposizione all’importazione, nei nostri confini, di grani stranieri, provenienti da Paesi in cui le regole sulla produzione e sulla gestione delle coltivazioni e degli impianti cerealicoli sono, nella maggior parte dei casi, diverse da quelle europee e nazionali. Esperienze di questo tipo, estese naturalmente a tutti i settori produttivi, meritano di essere stimolate e incentivate in tutti i territori calabresi. Le nostre tradizioni possono rappresentare una grande fonte di ispirazione per il futuro della nostra regione, con ricadute positive sul mercato del lavoro e sulla nostra economia.