La Regione Calabria istituisca, in aggiunta al fermo biologico ministeriale, un ulteriore stop volontario a tutela della biodiversità sottomarina che a queste latitudini, proprio in questo periodo, vede la riproduzioni di diverse specie ittiche. Remunerati e in una stagione che non è comunque per loro tra le più prolifiche per via dell’abbassamento dei prezzi di mercato, i pescatori potrebbero apportare un contributo preziosissimo in termini di salvaguardia e bonifica dei territori dalla plastica e dalle stesse reti che quotidianamente attentano alla vita di pesci e testuggini.
Sono, in sintesi, i contenuti della proposta del FLAG I BORGHI MARINARI DELLO IONIO che il Presidente Cataldo MINÒ presenterà VENERDÌ 12 APRILE, alle ORE 16, nella sede del mercato ittico MERIS di SCHIAVONEA, nell’area urbana di CORIGLIANO.
All’incontro parteciperanno anche il Commissario Prefettizio di CORIGLIANO ROSSANO, il Prefetto Domenico BAGNATO, pescatori, sindaci e aziende del Consorzio che raccoglie 30 partner tra pubblici e privati, che coinvolge i territori di 10 comuni su oltre 150 km. Da CUTRO, nella provincia di CROTONE, a TREBISACCE, in quella di COSENZA.
L’evento sarà anche l’occasione per presentare bandi e progetti promossi dal FLAG e condividere con i responsabili del dipartimento pesca ed agricoltura della REGIONE CALABRIA, invitati a partecipare, oltre all’invito a voler adottare lo stop volontario di due settimane (dal 15 febbraio al 15 maggio), anche a condividere le preoccupazioni relative alla metodologia della pesca a strascico.
Riteniamo – motiva MINÒ – che il fermo biologico imposto dal Ministero per una durata di 30 giorni (da fine agosto a fine settembre) non sia sufficiente a salvaguardare l’ecosistema marino e le diverse specie che popolano le acque dell’alto ionio cosentino che proprio in questo periodo si riproducono. Né può fare la differenza un centimetro in più o in meno della rete utilizzata: quella della pesca a strascico era e resta una pratica invasiva che minaccia la flora e la fauna sottomarina. Condividiamo in questa direzione la protesta dei pescatori pugliesi e calabresi contro i controlli del pattugliatore UE. Non si risolve così il problema. Per limitare i rischi di questa pratica – conclude – sono necessari interventi condivisi e che tengano conto di tutte le problematiche. È un impegno ed una responsabilità che dobbiamo prendere nei confronti dell’ambiente, della risorsa mare e del futuro dell’economia locale che su questo sistema si fonda.