Una serata di mezza estate dedicata al concetto di “famiglia” e quindi al sentimento di affetto e solidarietà che lega i membri di una stessa comunità. Questi i principi alla base della Festa della Famiglia, svolta il 9 agosto ed organizzata, nel borgo di Cicala, dal parroco don Sergio Polito, con la collaborazione del Comune, guidato dal sindaco Alessandro Falvo, dell’associazione Cicalart e di numerosi commercianti e cittadini che hanno fornito il proprio contributo. Una grande cena in piazza San Giacomo e le note della musica popolare hanno fatto da cornice ad un’allegra serata sotto le stelle. Non è stata però una festa qualunque, perché Cicala non è un borgo qualunque. Dallo scorso 11 maggio, infatti, è diventato sede del Centro Diurno “Antonio Doria” e primo borgo calabrese “amico delle demenze”. Grazie ad un progetto realizzato dall’associazione Ra.Gi. Onlus, in collaborazione con il Comune di Cicala e con la Federazione Nazionale Alzheimer, il piccolo borgo è divenuto parte dell’iniziativa Dementia Friendly Community, lanciata per la prima volta in Europa dall’Alzheimer’s Society del Regno Unito.
Dunque non poteva mancare un contributo della Ra.Gi. anche in occasione della Festa della Famiglia. Un contributo mirato soprattutto a far conoscere meglio il metodo Teci, unico in Italia, per la cura ed il contenimento naturale delle demenze, ideato da Elena Sodano, presidente della Ra.Gi. ed utilizzato sia all’interno del Centro Doria che nel Centro Diurno Spazio Al.Pa.De. di Catanzaro, entrambi gestiti dall’associazione.
Cicala è diventato un luogo animato dal principio di inclusione, dove chi soffre di demenza può sentirsi libero di vivere la propria diversità senza pregiudizi, ritrovando il gusto dei gesti più semplici della propria quotidianità e questi concetti hanno animato anche le performance messe in scena dalla Ra.Gi..
Ad esordire sul palco un gruppo di ragazzi ospiti del Centro Calabrese di Solidarietà, che hanno dato vita ad una suggestiva ed emozionante rappresentazione della lotta tra il pregiudizio e l’accettazione del diverso, mettendo in scena la Terapia Espressiva Corporea Intergrata, basata sul risveglio delle emozioni mediante il movimento simbolico ed il contatto corporeo.
I settecento commensali che hanno animato la festa della Famiglia hanno potuto assistere poi ad un momento ancora più profondo ed emozionante. Sul palco questa volta, insieme ai ragazzi del Centro Calabrese, Elena Sodano, il tecnico del movimento Fabrizio Fabiano e la signora Amelia, affetta da Parkinson, che da anni viveva una vita raccolta, senza uscire dalla propria abitazione, situata nel cuore del piccolo borgo. Amelia è stata protagonista in una performance di body ability e, andando oltre i limiti imposti dalla sua malattia, ha danzato sulle note della musica e si è alzata dalla sua carrozzina, per poi ricevere il suo bouquet di fiori come ogni prima ballerina, ancora protagonista di una vita tutta da vivere, nonostante la sua malattia.
Un messaggio forte, di forza e di speranza, oltre ogni pregiudizio, che si è rinnovato con la messa in scena dell’ultimo contributo Teci: il “Dna”. Elena Sodano, insieme ai ragazzi del Centro Calabrese di Solidarietà ha rappresentato il concetto di relazione, esprimendola simbolicamente mediante l’idea della catena del Dna, per restituire in chiave visiva l’armonia che scaturisce dalla collaborazione, dal sostegno e dall’ascolto reciproco.